N°127 Gennaio Febbraio

47 Food&Beverage | gennaio-febbraio 2020 Non sfuggono alla Master of Wine i problemi strutturali del settore vitivinicolo italiano: “Dalla vostra avete una differenziazione di vini che è ricchezza, ma dall’altra siete penalizzati dall’offerta frammentata di un gran numero di produttori e dalla mancanza di una voce, un referente unico, un coordinamento, ad esempio, tra Regioni, Consorzi o altre realtà”, aggiunge. Insomma, manchiamo di una strategia nazionale e lo sappiamo da tempo. “Di conseguenza la promozione attraverso degustazioni di vini italiani nei diversi Paesi asiatici, che potrebbe essere un ottimo veicolo per migliorarne il posizionamento e incrementarne la competitività, è a sua volta frammentata e non sempre contestualizzata con i vostri prodotti, la vostra cucina e anche il vostro stile di vita, moda e arte -prosegue l’esperta- Inoltre, la distribuzione è ancora sporadica. In Asia il mercato è molto differenziato: c’è spazio per vini di tutti i profili, da quelli che puntano sui volumi a quelli più esclusivi, l’importante è che il racconto della storia del vino e della sua anima sia autentico. Oggi i consumatori vogliono prodotti diversi dai soliti Cabernet e Chardonnay e in Italia ci sono molti vitigni autoctoni di forte espressione territoriale, tipici della produzione del vostro Paese. Certo è che, proprio per le loro caratteristiche così peculiari, questi vini hanno bisogno di presentazione per guadagnare la fiducia dei consumatori, normalmente diffidenti verso ciò che non conoscono. E se i vini della Toscana sono noti in molti mercati asiatici, gli altri sono praticamente sconosciuti, ma cominciano a essere esplorati anche quelli del Piemonte, del Veneto e del Sud”. Attraverso la compostezza orientale di Jeannie Cho Lee traspare la passione non solo per il vino italiano, ma per l’artigianalità che distingue il nostro Paese. Così, ha disegnato una linea di bicchieri di cristallo e ha voluto che fosse prodotta in Italia: “Solo nel vostro Paese avremmo trovato un produttore in grado di superare i problemi tecnici per realizzare questo particolare design del calice contraddistinto da una particolare torsione dello stelo, che è molto sottile, come la coppa”. Oltre a essersi appassionata al vino italiano, la Master of Wine d’Asia conosce anche i problemi strutturali del comparto vinicolo. Nei suoi libri ha esplorato l’abbinamento fra i vini e i piatti del continente asiatico e ha disegnato una linea di bicchieri di cristallo che ha voluto fosse prodotta nel nostro Paese, grazie alla grande abilità dei nostri artigiani

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