N°127 Gennaio Febbraio

37 Food&Beverage | gennaio-febbraio 2020 Pacato e sereno, ma molto determinato, Luca Abbruzzino guida con mano sicura dal 2014 la cucina inaugurata dal padre Antonio, continuando a evolversi e a sperimentare. “Per me -dice lo chef-cucinare è passione e rispetto per la materia prima e i rituali che accompagnano l’esecuzione del piatto. Ho un rapporto romantico con gli ingredienti e cerco di rispettarli e valorizzarli cucina, ma ho sempre imparato sul campo. Quando tornavo dagli stage papà mi permetteva di mettere in pratica ciò che avevo imparato, ma fino a quando non si è convinto delle mie effettive capacità non mi ha lasciato in mano la cucina. Però mi ha sempre fatto restare con i piedi per terra: ‘Guarda che non sei a Milano, sei in Calabria, vai piano’”. L’arrivo della stella Michelin è stato gratificante: “La stella è una bella soddisfazione, ma è frutto del lavoro che fai e che devi fare per mantenerla o per migliorarti e puntare a nuovi traguardi. La clientela aumenta, arrivano ospiti anche da lontano e questo ci ha spinto tre anni fa a ristrutturare il ristorante per dargli un’atmosfera che ci rappresentasse di più, elegante, ma essenziale, con pavimenti di legno, pareti effetto cemento, nude, senza distrazioni, e tovaglie lunghe come in un ristorante classico. Sono solo 7 tavoli, ognuno illuminato da una luce che cade sul tavolo perché il cliente si concentri solo sul cibo”. Alla sala si accede attraverso il verde di un piccolo giardino: i colori grigio argilla e bianco mandorla rilassano gli occhi e la mente e preparano all’esperienza di degustazione. L’accoglienza è professionale e al tempo stesso calda, familiare, intima. Prima della cena mamma Rosetta accompagna i clienti in cucina per conoscere lo

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