N°143 Settembre Ottobre

59 Food&Beverage |settembre-ottobre 2022 (+12,4% la crescita nel 2021) per circa 6,7 miliardi di euro di attivo per la bilancia commerciale- i consumi sono in calo costante, ma il numero di consumatori aumenta. A rilevarlo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini che, in giugno, ha elaborato gli ultimi dati Istat sui consumi di alcolici nel 2021. Sono quasi 30 milioni coloro che in Italia consumano vino, pari al 55% della popolazione adulta italiana, il 66% maschi e il 44% femmine. Una crescita rispetto a 10 anni fa del 2,3%. I maggiori cambiamenti si registrano nelle abiWXGLQL GHL FOXVWHU GHPRJUDȴFL D FXL L FRQVXPDWRUL afferiscono. Sempre secondo l’analisi dell’Uiv, rispetto al 2011, sono in numero un poco inferiore i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni (-2,9%, ma in lieve crescita negli ultimi 5 anni), mentre la contrazione più rilevante riguarda la fascia 35-44 anni (-23%). Al contrario, aumentano i consumatori CASALE DEL GIGLIO Anthium2021, un vino solare, ricco e longevo Per Antonio Santarelli Casale del Giglio era la tenuta di famiglia dove da bambino trascorreva i fine settimana e tentava poi le prime corse in motorino. Ma, quando a venticinque anni inizia a collaborare in azienda con il padre Dino, si convince che quei terreni bonificati dell’Agro Pontino possiedono grande potenzialità, essendo un’area vergine su cui poter tentare, sperimentare, cercare nuove vie. L’assenza di un passato enologico diventa così lo stimolo determinante verso il massimo grado di libertà innovativa. Chiama accanto a sé ampelografi e ricercatori universitari e nel 1985, con il padre Dino, dà vita a un ambizioso e impegnativo progetto di ricerca vitivinicola che pone a dimora sui suoi terreni ben 57 diversi vitigni sperimentali, sia italici che internazionali. Un’avventura complessa e rischiosa, mai tentata con questa scientificità, di cui diviene interprete l’enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler. Avventura che ripaga però l’audacia con i primi importanti risultati sulle uve rosse syrah e petit verdot e bianche come sauvignon, viognier e petit manseng, che danno vita a diverse etichette da monovitigno oppure da assemblaggio. E poi c’è la riscoperta del bellone, un vitigno dalle origini antichissime, diffuso già in epoca romana e citato da Plinio come “uva pantastica”. È presente nell’area che va dai Castelli Romani ai Monti Lepini, fino alle propaggini che si allungano verso il mare. Il bellone possiede buona vigoria e resiste bene ai periodi siccitosi, garantendo qualità ed equilibrio. Questo vitigno diviene il protagonista di un vino molto interessante, Anthium, Bellone di Anzio Lazio Bianco Igt, la cui vinificazione inizia con la macerazione sulle bucce per favorire l’estrazione degli aromi, che restituiscono così le caratteristiche pedoclimatiche del territorio anziate. Alla pressatura soffice segue la fermentazione spontanea con lieviti indigeni, che si protrae per circa 10/12 giorni a una temperatura di 18/20°C. Dal colore giallo intenso con riflessi dorati, Anthium 2021 è un vino solare, con sentori di frutta esotica ben matura, come mango e papaya, contrapposti a una consistente acidità che lo rende idoneo a lunghi affinamenti in bottiglia. In bocca risulta molto ampio, ricco e persistente, con leggere sfumature floreali e speziate; si distingue per la sua pronunciata sapidità e mineralità e vanta un retrogusto molto lungo e persistente. Negli anni è cambiata la composizione dei consumatori di vino. I più affezionati sono quelli più in età, la fascia dai 55 ai 64 e oltre che stanno aumentando i consumi e cercano qualità. Nella foto, la Tenuta Casale del Giglio

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