N°138 Novembre

90 Food&Beverage | novembre 2021 Tempi duri, in cui i sogni delle persone comuni rischiano di infrangersi. Servono coraggio e pazienza per non farsi scoraggiare e perché un sogno a lungo accarezzato si realizzi. Fanno la differenza il non essere soli, la condivisione di intenti, la sicurezza di legami affettivi e di stima: superare le difficoltà è un lavoro di squadra, insomma. Un “tutti per uno e uno per tutti”, per citare il motto dei moschettieri di Dumas. E proprio come i tre moschettieri, i “ragazzi del Leaf Bar” si sono sostenuti e hanno affrontato la pandemia con l’intelligenza, l’abilità e l’eleganza che contraddistinguono dei fiorettisti nati. Già, perché il progetto Leaf Bar, rilevare uno storico spazio lissonese e trasformarlo in un locale poliedrico, ha iniziato a prendere forma nell’ottobre 2020. Neanche il tempo di mettere a fuoco il piano, che l’emergenza sanitaria ha costretto tutti ad affrontare l’esperienza del lockdown. “Sognavamo di aprire un locale -racconta Giuliano Facchino, il mago della miscelazione firmata Leaf- Edoardo Cossa e Andrea Moretto sono amici da sempre e io sono diventato cugino di uno dei due”. Percorsi diversi, ma passione comune, Andrea ed Edoardo forti dell’esperienza in campo ristorativo e nell’attività di catering, Giuliano barman d’eccellenza prima a Torino e poi a Milano, nientemeno che in quella “famiglia Mag” che da tempo fa la differenza nel mondo della miscelazione. “Ognuno ha portato idee, aspirazioni, la propria visione del locale; per mesi le abbiamo raccolte, messe nero su bianco, e ci siamo trovati per discuterne e trovare la sintesi migliore. Così è nato il Leaf”, continua Facchino. Che sia un locale con le idee chiare, si capisce subito: ogni particolare, dagli arredi ai colori dominanti, dall’oggettistica allemise en place, dalle scelte dell’offerta food alla selezione di prodotti per il banco bar, racconta delle ore trascorse a proporre, modificare, scegliere. Per non parlare di quelle passate a visitare pasticcerie alla ricerca della brioche perfetta. “Ci piace pensare che i nostri clienti siano ospiti. E come tali cerchiamo di farli sentire accolti, coccolati, a proprio agio”. Un’impresa riuscita in breve tempo e non facile, considerando il sostituirsi a un’attività precedente, in una posizione strategica, ma anche estremamente quotidiana. Vicinissimo alla stazione, a pochi passi dal centro, affacciato da un lato su una piazza interna, frequentata dagli abitanti del quartiere e luogo di ritrovo per anziani a passeggio, bambini in biciletta e pendolari affannati, Leaf Bar ha dovuto attendere la fine del lockdown per l’inizio dei lavori e, finalmente, giungere all’apertura nel febbraio 2021. “Abbiamo aperto, ma l’emergenza era tutt’altro che finita -ricordano- Da allora non c’è stato un giorno di pausa, se non quando è stato disposto dalla legge, adattandoci alle limitazioni d’orario o di affluenza ma senza mai rinunciare ai nostri tratti distintivi”. Da bravi moschettieri niente li ha scoraggiati e hanno vinto ogni duello. E anche se hanno dovuto sacrificare in parte i progetti iniziali -solo rimandati, precisano- il Leaf può vantare un’identità precisa. Un’apertura che abbraccia l’intero arco della giornata (e nel weekend fino a tarda sera) ha consentito di ereditare la clientela diurna e conquistare il quartiere, conservando abitudini e introducendone di nuove: molti anziani la mattina, così come mamManuela Caspani LOCALI Coraggio e pazienza e il Leaf Bar decolla Passati i mesi difficili, a Lissone il progetto di tre professionisti ha preso vita e oggi può vantare un’identità ben precisa. Un’attività che spazia lungo l’arco della giornata Il Leaf è nato in uno storico spazio di Lissone che è stato trasformato in un locale poliedrico nell’ottobre 2020. Oggi è un punto di riferimento per il quartiere con l’alternarsi di diversi target di clientela durante la giornata

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