N°138 Novembre

59 Food&Beverage | novembre 2021 SPECIALE Con la riapertura di winebar, ristoranti, locali e alberghi la vendita degli spumanti ha registrato un rialzo che fa ben sperare. Nel 2020, durante i momenti più bui, quando non c’era tanta voglia di ridere, le preferenze di consumo si sono spostate sui vini rossi e bianchi “da relax” e i volumi globali di vendita degli spumanti sono diminuiti del 5%, secondo i dati dell’International Wine & Spirit Reasearch (Iwsr), l’agenzia britannica di analisi del mercato internazionale delle bevande alcoliche. Una certa ripresa si è registrata nella seconda metà del 2020 per poi proseguire nel 2021, via via che la vita sembrava riprendere, seppur secondo la “nuova normalità”. Lo conferma la tendenza individuata dall’osservatorio di Meregalli, distributore di vini e spirit leader del canale horeca. “Le bollicine nazionali stanno godendo di un periodo davvero positivo, e non solo perché ci avviciniamo al periodo delle feste -osserva Corrado Mapelli, direttore generale e member of board del Gruppo di Monza- Si tratta di un trend consolidato e costante anche durante i mesi bui della pandemia. Il metodo Classico è sicuramente la tipologia con le percentuali di crescita più interessanti. Sempre importante il Franciacorta, incalzato dal Trentodoc”. In generale la produzione di bollicine cresce in tutto il mondo e in Italia più che altrove. Le bottiglie italiane nel 2020 sono state poco più di 750 milioni, di cui 600 a Denominazione (dati dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini) con il Prosecco Doc che domina con 417 milioni di bottiglie (56% degli imbottigliamenti). Lo seguono nella classifica il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, che si attesta intorno ai 90 milioni, l’Asti Spumante Docg (54 milioni) e poi, di nuovo in Veneto, l’Asolo Prosecco Docg che, con i suoi 17,9 milioni di bottiglie, supera il Franciacorta Docg, fermo a 16,6. Seguono il Trentodoc (9,3) e gli spumanti varietali piemontesi abaseMoscato (4,7), anchenella versione rosata, Moscato più Brachetto (2,6). Nel mezzo, la produzione emiliana di Pignoletto Doc (2,7 milioni) e quella dell’igt Vigneti delle Dolomiti (2,4). La progressione del Prosecco Doc, “corroborata” dall’entrata in commercio della versione rosata, viene affiancata da un’attenzione incessante su più fronti da parte del Consorzio di tutela. In primis la lotta alla contraffazione internazionale a cui si è aggiunta la questione del Prosek croato che sta dando filo da torcere all’Europa rischiando di creare un precedente gravissimo sul fronte della tutela di tutte le Denominazioni. Conseguenze, queste, della grande notorietà conquistata dal Prosecco, Denominazione divenuta brand. Anche i due Prosecco Docg non hanno subito contraccolpi per la pandemia, anzi, hanno raggiunto risultati più che soddisfacenti. Il Conegliano Valdobbiadene ha chiuso il 2020 con lo stesso dato del 2019, l’anno record dei 92 milioni di bottiglie vendute. E i dati dei primi nove mesi del 2021 registrano un +16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per 73,8 milioni di bottiglie certificate. Confrontando il primo semestre del 2019 con quello del 2021, le vendite di Franciacorta risultano in crescita del 12% e un prezzo medio retail in aumento dai 21 euro del 2019 ai 22,5 euro del 2021. Curiosa la dinamica del Trentodoc: dopo una crescita ininterrotta del 15% negli ultimi cinque anni pre-pandemia, le bollicine di montagna trentine hanno subito nel 2020 una flessione del 10% che ha riguardato quasi esclusivamente il brut e non i millesimati, le riserve e i rosé, a indicare che le produzioni di maggior pregio hanno comunque tenuto. Sempre in base ai numeri dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini, altre sette tipologie di spumante in Italia raggiungono il milione di bottiglie: il Brachetto d’Acqui Docg (1,7), l’Igt Emilia (1,7), i varietali lombardi del Moscato (1,6), i millesimati bianchi piemontesi (1,6), l’Oltrepò Pavese Doc (1,1, mentre la Docg non supera le 440 mila bottiglie), l’Igt Rubicone (1,1) e, infine, i varietali piemontesi a base Pinot (1 milione). A seguire, sopra le 800 mila bottiglie si posizionano il Piemonte Doc, con la sua decina di tipologie, il Lessini Durello e la Ribolla Gialla friulana. Sopra le 700 mila il Fior d’Arancio Il ritorno a una apparente normalità e la riapertura dei locali riportano in alto le vendite e il consumo delle bollicine. Anche l’estero si muove e cerca vini a Denominazione d’origine Clementina Palese Quando non c’era nulla da festeggiare i consumi di vino si sono spostati su altre tipologie con gli spumanti sotto tono. Poi, con l’arrivo dei vaccini e il ritorno a una vita quasi normale, si sta assistendo al ritorno degli spumanti. Anche in quella che viene definita come la “nuova normalità” le bollicine possono recitare un ruolo importante L’horeca spinge la crescita delle bollicine

RkJQdWJsaXNoZXIy NTUwOQ==