N°138 Novembre

numerosi artisti, designer e creativi di realizzare la propria visione della Maison, rendendola sempre contemporanea. Voce incarna al meglio lo spirito artistico della Maison e di questo nuovo network, poiché dialoga apertamente con il Museo delle Gallerie D’Italia, nel cuore di Milano, essendo ospitata all’interno del complesso architettonico composto dal settecentesco Palazzo Anguissola, dall’ottocentesco Palazzo Canonica, da Palazzo Beltrami e da Casa Manzoni, dove c’è il Centro Nazionale Studi Manzoniani, istituito nel 1937. Il menu è stato studiato dagli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani de Il Luogo di Aimo e Nadia in abbinamento alle migliori Cuvée Ruinart. Sono stati serviti i Gamberi viola marinati al sale di Mothia su crema di ceci delle Murge al filo di olio evo coratina con R de Ruinart Brut, la cuvée simbolo della Maison, un classico di grande equilibrio e notevole freschezza, morbido al palato e con una bella vivacità espressa in aromi persistenti di frutti gialli a nocciolo maturi, tra cui prugna mirabelle e susina. Il Risotto Gran Riserva Carnaroli con barbabietola, burrata di Andria e pepe di Sarawak è stato accompagnato da R Vintage 2011, un millesimato per la prima volta in vendita in Italia riservato ai clienti del Ruinart Assemblage 1729: questo Champagne svela l’elegante complessità dello stile Ruinart, al palato esprime una delicata tensione che conferisce all’insieme un carattere aereo di note minerali che aggiungono freschezza. La Guancia di vitello podolica con castagne e purea di carote di Polignano al cardamomo è stata abbinata al Ruinart Rosé in second skin, il nuovo elegante packaging ecosostenibile che rappresenta un’innovazione indiscussa e un esempio virtuoso per tutta la Champagne. Un vino fresco e delicato, dallo splendido colore rosa granato, perlage persistente, profumi di frutti esotici e di piccoli frutti rossi; le note di rosa e melograno completano un profilo aromatico complesso e intenso e si coniugano con una rotondità golosa. Ruinart Rosé in second skin ha accompagnato anche il dessert: Frolla, crema di mandorle e lamponi freschi. Un dolce che sarebbe piaciuto all’esponente più importante del Romanticismo italiano che era goloso, amava il buon cibo, in particolare i dolci, panettone e cioccolata. Se per i dissesti finanziari fu costretto a contrarre dei debiti, lo fece soprattutto con il salumiere e il sarto. Inoltre, amava il caffè e il vino e sembra che arrivò a farsi realizzare un bicchiere da vino più grande, in modo che se qualcuno lo avesse accusato di aver ecceduto nel bere, poteva rispondere di “averne bevuto solo due bicchieri…” . Il suo studio, in Casa Manzoni, nel palazzo neorinascimentale in via Gerolamo Morone, dove visse dal 1814 alla sua morte, nel 1873, Alessandro Manzoni lo aveva voluto al piano terra, con le finestre affacciate sul giardino (che oggi fa parte delle Gallerie d’Italia e confina con il ristorante Voce), perché voleva godere del verde degli alberi e del colore dei fiori. La stanza, dove amava intrattenere i propri ospiti, è semplice, con le pareti color salvia ricoperte di libri che costituiscono quella che fu la biblioteca personale di Alessandro Manzoni: qui ci sono 3.093 volumi, molti dei quali antichi, tra cui le prime edizioni delle sue opere e alcuni postillati di sua mano. Per chi ama il Manzoni e non ha dimenticato i Promessi Sposi, una cultura che si può respirare e toccare con mano… I lavori si sono conclusi con un pranzo da Voce Aimo e Nadia, in piazza della Scala, che si affaccia sul giardino di Casa Manzoni, membro del nuovo network Ruinart Assemblage 1729. Il Risotto Gran Riserva Carnaroli con barbabietola, burrata di Andria è stato accompagnato da R Vintage 2011, un millesimato riservato ai clienti del prestigioso circuito. La Guancia di vitello podolica con castagne e purea di carote di Polignano (in basso) è stata abbinata al Ruinart Rosé in second skin, elegante packaging ecosostenibile, un’innovazione indiscussa 34 Food&Beverage | novembre 2021

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