N°142 Giugno Luglio

78 Food&Beverage |giugno-luglio 2022 Al Don Pasquale ristorante con hotel ROMA Un ristorante che ricorda un teatro, anche perché l’opera in questo caso ce l’ha nel Dna. È il Don Pasquale di Roma, il ristorante dell’hotel Maalot in via delle Muratte nel rione Trevi dove Donizetti, che il Don Pasquale l’ha composto nel 1842, ha vissuto al civico 78 per nove anni. Le suggestioni teatrali al ristorante capitolino sono numerose. A cominciare dal menu disegnato come fosse un programma d’opera, scandito in due atti anticipati da un preludio, più l’intermezzo con una scelta di tre insalate e un dolce epilogo prima della chiusura. Menzionati perfino i “cambi di scena”, quella piccola sezione di menu nel menu con tre grandi classici d’hotel e d’Oltreoceano come l’Avocado toast. Appena si entra, lasciata a sinistra la veranda su strada di stile coloniale con tanto di ventilatore a pale di rattan e passato l’ampio corridoio d’ingresso, ci si trova nello spazio della corte centrale, la lounge con la volta a dare ulteriore apertura verso l’alto; protagonista è un enorme lampadario a bracci di quasi due metri di diametro. Come in un boccascena lo spazio si articola su più livelli con il cocktail bar in secondo piano incorniciato da due archi che lasciano intravedere l’effetto scenico della bottigliera retroilluminata, il rosso magenta alla parete, il bancone ottone ed ebano, le insolite sedute in vimini, gli specchi dai riflessi dorati alla luce. A lato, la sala studiolo e reception con la libreria a parete e le tappezzerie animalier delle poltrone, dall’atmosfera british. In tutta la struttura c’è un’attenzione particolare per l’illuminazione, per forme e colori: dal verde inglese nella boiserie della veranda, all’azzurro pavone e al rosso dei lunghi sofà, alla parete marrone. Il progetto dell’intero palazzo dell’hotel Maalot, 5 stelle della Shedir Collection, Small Luxury Hotels of the World, firmato dall’architetto Roberto Antobenedetto di Rpm Proget e inaugurato a gennaio, rispecchia la volontà di mantenere l’heritage del luogo, pur con molte incursioni contemporanee. Emblematica la galleria, citazione ironica di una quadreria settecentesca dove campeggiano capolavori storici. Ma avvicinandosi ci si accorge che tutti giocano con l’originale: tra i ritratti “impertinenti”, Maria Antonietta, con una soffice meringa per cappello che mangia il gelato, Napoleone a cavallo ma a dondolo, la dama il cui turbante è una gigantesca aragosta; Almost Classic è il nome della serie di dipinti firmata Stanley Gonczanski. L’hotel dispone di trenta camere e suite ognuna diversa dall’altra distribuite su quattro piani di un palazzetto ottocentesco dove il colore, rosso brillante, azzurro scuro, giallo ocra, e le ricche fantasie dei tessuti, usate anche come carta da parati, regalano agli spazi un’aria domestica raffinata e, al contempo, di grande calore e gioiosità. Uno stile british contemporaneo dato anche da quel mix tra geometrico e floreale delle tappezzerie e dei tendaggi. Inmolte camere nonmancano i caminetti. Grande cura per gli arredi con librerie d’ingresso, scrivanie, comodini realizzati con diverse tipologie di legni pregiati impreziositi da fili di foglia oro. Più che un ristorante d’hotel, il Don Pasquale è un ristorante con dentro un hotel. Il ristorante, infatti, è la pancia e il cuore dell’albergo che sembra riecheggiare in chiave contemporanea e salottiera lo spirito di una locanda dei secoli passati. Circa 60 coperti tra tavoli di sapore rétro in maioliche portoghesi con disegni di antichi pizzi Nel rione Trevi, dove Donizetti compose il suo capolavoro, c’è un ristorante con al suo interno un hotel a 5 stelle, aperto a gennaio. Il teatro ricorre ovunque, anche nel menu fra intermezzi e cambi di scena. E lo chef Boschi offre una cucina leggera ma golosa La sala da pranzo del Don Pasquale, il ristorante dell’hotel Maalot. Il progetto del palazzo ha voluto conservare l’anima del luogo e la sua storia non rinunciando però a incursioni contemporanee. Con rimandi al mondo del teatro e un’ironica quadreria settecentesca Federica Belvedere

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