N°142 Giugno Luglio

60 Food&Beverage |giugno-luglio 2022 SPECIALE Freschezza, profumi, finezza contraddistinguono i vini rosati prodotti lungo la Penisola, da vitigni tipici o internazionali o in blend di entrambi. Anche il colore varia molto, dal rosa tenute a sfumature più aranciate. Il Collio si distingue anche per il rosato di razza come quello firmato da Collavini mantiene i suoi piccoli numeri commisurati alla dimensione produttiva. Da menzionare i rosati Maremma Doc e Bolgheri Doc, e il grande slancio anche dell’Igt Toscana, come delle numerose Igt del Veneto. L’elenco potrebbe continuare, e sarebbe davvero lungo soffermarsi su tutte le espressioni che fioriscono lungo la Penisola. Sul versante delle bollicine rosé tutte le Denominazioni blasonate che producono con il metodo Classico si sono arricchite di etichette, dal Franciacorta Docg al Trentodoc, passando per Alta Langa, Alto Adige e il rosé per definizione, il Cruasé Oltrepò Pavese. E non fanno eccezione le bollicine autoctone di altre regioni e territori, né gli spumanti prodotti con il metodo italiano. In questa categoria i dati più eclatanti, come previsto, sono quelli del Prosecco Doc Rosé che in un anno particolarmente difficile qual è stato il 2020 ha portato la Denominazione a superare i 600 milioni di bottiglie con un +25,4% nel 2021. Sulla produzione di 627,5 milioni di bottiglie di Prosecco Doc, infatti, ben 71,5 milioni sono state quelle in versione Rosé. E anche in questo caso siamo di fronte a un riordino della piramide qualitativa: già prima dell’introduzione della tipologia Rosé nella Doc Prosecco il 57% dei 350 produttori della Denominazione producevano un metodo italiano rosa per 37 milioni di bottiglie nel 2018. Bottiglie che poi sono “entrate” nella Doc rispettandone il disciplinare quando è diventato realtà, nell’autunno 2020, il Prosecco Doc Rosé. Tuttavia, per qualsiasi vino rosa vale quella che Luigi Moio, ordinario di Enologia all’Università Federico II di Napoli e presidente dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv), COLLAVINI Il Grigio Royal, uno spumante fine e brioso Nel Collio, a Corno di Rosazzo, in via della Ribolla Gialla n.2, Manlio Collavini ha reso celebre la versione spumante della Ribolla Gialla, e, da autentico innovatore e anticipatore delle tendenze non poteva non sfidarsi anche sul rosato. Così, accanto a Rame, blend di uve pinot e refosco dal peduncolo rosso, dal colore ramato con sfumature rosacee, ecco lo spumante Il Grigio Royal, che nasce da uve pinot grigio e pinot nero allevate sulle basse colline friulane e raccolte anticipatamente rispetto alla vendemmia classica. I grappoli sono fatti macerare per 48 ore prima della pressatura; poi il mosto fermenta in acciaio per dieci giorni a 14-15°C; in primavera segue la rifermentazione in autoclave a 14°C e l’affinamento sur lies per circa cinque mesi. Prima dell’imbottigliamento viene aggiunto uno speciale liqueur d’expedition composto da estratti di frutti di bosco. Il metodo Martinotti così prolungato permette di ottenere uno spumante di pregevole fattura dal colore rosa rubino piuttosto pronunciato, effervescenza briosa, ma fine e persistente. Il Grigio Royal ha profumo fresco, fragrante e generoso, in cui fragoline, ribes e lamponi si rincorrono attraverso un vago ricordo di pane caldo. Il sapore è intrigante, rotondo e cremoso; l’armonia aromatica del sottobosco esalta la freschezza e la complessità gustativa.

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