N°141 Aprile Maggio

56 Food&Beverage |aprile-maggio 2022 L’influenza del territorio, con le sue differenze microclimatiche, supera frequentemente l’effetto dell’annata caratterizzando i profili dei vini delle diverse vallate, anche se, in generale, per tutti i vini Valpolicella le note aromatiche giocano nello spettro dei sentori di frutta rossa, da quella fresca fino alla confettura cui puntare. Il 60% delle aziende non intende più fare appassimento delle uve per produrlo, a fronte del restante 40% che ritiene utile solo un breve passaggio. Il 94% delle aziende che lo producono o commercializzano ritengono che abbia un elevato potenziale inespresso, a partire dalla riconoscibilità e dal posizionamento. Inoltre, i produttori hanno individuato i principali punti di forza del Valpolicella 6XSHULRUH QHO SURȴOR RUJDQROHWWLFR H QHOOD YHUVDWLOLW¢ GL DEELQDPHQWR ΖQȴQH SL» GHOOD PHW¢ GHOOH LPSUHVH (54,5%) ha riconosciuto il peso della molteplicità di stili nella tipologia, ma anche della concorrenza di altri vini Valpolicella, in particolare del Ripasso, o la PDQFDQ]D GL XQ VHJPHQWR FRPPHUFLDOH GHȴQLWR fattori che sembrano avere un peso importante anche sui mercati esteri. Il Valpolicella Superiore del futuro dovrà, quindi, raccontare nel dettaglio le caratteristiche peculiari del territorio grazie a scelte precise -produttive e comunicative- capaci di riposizionarlo verso l’alto nel canale horeca tra TXHL YLQL FKH JLRFDQR VX HOHJDQ]D H ȴQH]]D SHUDOWUR in linea con le tendenze stilistiche in forte crescita nei mercati internazionali. E a proposito di mercati, una indagine di Nomisma Wine Monitor per il Consorzio di tutela Vini Valpolicella, su un campione che rappresenta il 50% della produzione imbottigliata, ha registrato nel 2021 un aumento del 31% delle vendite in Italia e un export in crescita dell’8% anche grazie a un incremento del prezzo medio. Un’apparente contraddizione dovuta all’impatto della pandemia e dalle restrizioni di natura sanitaria che avevano portato le vendite 2020 dei vini della Valpolicella a registrare un calo di quasi il 10% sul mercato nazionale rispetto al 2019. La miglior performance è stata quella dell’Amarone, con un boom di vendite (+24%) ben oltre la media nazionale sia nelle esportazioni (+16%), sia in Italia, in cui ha segnato un +39% a valore. SANTI Santico2017, l’AmaroneClassicodella tradizione L’Amarone della Valpolicella Classico Docg Santico rappresenta il rispetto della tradizione, la conoscenza del territorio, la sapienza contadina e l’esperienza enologica, in continua evoluzione dal 1843: uno stile classico ma sempre attuale. Santico nasce dall’unione del nome Santi con l’aggettivo antico, che per il produttore significa soprattutto originario, storico, perché la bottiglia più datata che esiste in cantina è proprio un Amarone che all’epoca si chiamava Recioto della Valpolicella “Amaro” e quello di Santi riporta l’annata 1928. La produzione di Santico nasce con la selezione di uve corvina (80%) e rondinella (20%) raccolte a mano in vigne particolarmente vocate nei comuni storici di San Pietro, Fumane e Marano tra i 150 e i 300 metri di altitudine con un’ottima esposizione. I grappoli vengono lasciati appassire in locali asciutti e ben areati (i fruttai) per circa quattro mesi, dove perdono la metà del loro peso concentrando gli zuccheri. Durante questa fase nelle uve avviene una serie di complesse trasformazioni che danno origine a una importante ricchezza gustativa. Santico, di cui è sul mercato l’annata 2017, ha colore rosso cupo con un profumo ricco e fragrante in cui predominano note di confettura di ciliegia e mirtilli accompagnati da sentori di prugna, frutta secca e cacao. In bocca è corposo, con tannini vellutati, rotondo, fresco e con un lungo retrogusto in cui si avvertono sentori di frutta rossa accompagnati da una piacevole sapidità.

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