N°140 Febbraio Marzo

8 Food&Beverage |febbraio-marzo 2022 UOMINI&VIGNE EVENTI Il Lambrusco sposa le cucine etniche Versatile, ricco di sfaccettature, il Lambrusco ha dalla sua una grande facilità di beva. Sono diverse le varietà di vitigno che hanno questo nome e che possono dar vita a vini dalle caratteristiche organolettiche assai diverse tra loro date dalle condizioni pedoclimatiche e ampelografiche proprie di ogni territorio. I Lambruschi modenesi sono rappresentati da quattro distinte Denominazioni: Lambrusco di Sorbara, Salamino di Santa Croce, Modena e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Nella zona di Reggio Emilia le Denominazioni sono rappresentate dal Lambrusco Reggiano e dai Colli di Scandiano e Canossa. Vini che hanno tante anime che sanno affascinare per la loro personalità. Tutti sono un buon accompagnamento a tavola e, come ha voluto dimostrare il Consorzio tutela Lambrusco Doc, si sposano bene anche con le cucine etniche, da quella giapponese alla sudamericana, dalla peruviana alla cinese. Abbinamenti fuori dagli schemi tradizionali che sono stati protagonisti di un tour di sei cene in sei ristoranti etnici di diverse città, da Perugia a Torino, da Roma a Milano. Ristoranti i cui chef hanno offerto interessanti proposte fusion con contaminazioni differenti. Così la cucina asiatica prende il meglio da Giappone, Cina e non solo, mentre la cucina sudamericana è influenzata da sentori orientali o contaminata da prodotti italiani come, ad esempio, il Prosciutto di Modena, partner dell’iniziativa. Coinvolti dal Consorzio, Il vizio di Perugia dove lo chef Marco Gargaglia ha spostato il Lambrusco di Sorbara a un piatto giapponese e il Koi Japanese Fusion Restaurant di Torino dove è stato proposto il Lambrusco di Modena. Il Grasparossa di Castelvetro è stato, invece, abbinato a una proposta dello chef Roy Cacares del Carnal Morso Sabroso di Roma e il Lambrusco Salamino di Santa Croce si è confrontato con la cucina peruviana del Pacifico di Milano. Sempre a Milano il Lambrusco Reggiano ha accompagnato i piatti asiatici del Mu Fish Oriental Taste, mentre la cucina del Gong Oriental Attitude si è abbinata al Lambrusco Colli di Scandiano e Canossa. FIERE Vinitaly, il Salone del vino aVeronadal 10al 13aprile Veronafiere conferma le date di Vinitaly che si svolgerà dal 10 al 13 aprile. Il Salone internazionale dei vini e dei distillati, che giunge alla 54esima edizione, non sarà posticipato (come è invece successo al Prowein di Düsseldorf) e i produttori e operatori tirano un sospiro di sollievo. A dare ulteriore conferma del corretto svolgimento della rassegna è stato il riconoscimento dello status vaccinale del Paese di origine, integrato dal tampone in caso di difformità rispetto a quello italiano, che riapre le porte alle migliaia di buyer e operatori esteri che scelgono le filiere del made in Italy rappresentate da Veronafiere e, al contempo, salvaguarda il business delle aziende espositrici. Veronafiere ha messo in campo investimenti promozionali e di incoming anche nelle aree obiettivo indicate dal Governo. Soddisfatto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, per il decreto Covid che consente agli operatori extra Ue immunizzati con vaccini non Ema di accedere in sicurezza alle fiere italiane. ARTE La forza della vite ne Il Vigore di Ornellaia Ornellaia svela Il Vigore, l’ultima Vendemmia d’Artista, il progetto che celebra ogni anno il carattere di ogni stagione, dedicata ad Ornellaia 2019. Il Vigore nasce dalla creatività di Nathalie Djurberg e Hans Berg. Il Vigore è la forza della crescita sana delle piante, è il carattere di un vino che cattura i sensi e proietta il gusto in un paesaggio naturale di energia, potenza, forza e vitalità. Il gusto e il corpo del vino lo trasportano in una dimensione dove il potere della natura è al centro dell’esperienza. L’ispirazione è stata l’annata 2019, caratterizzata da un clima molto variabile, con alternanza di freddo e pioggia e lunghi periodi di siccità e caldo. Ne è risultato un vino di grande finezza e ricchezza aromatica, potente, misterioso e intrigante, che al primo assaggio non svela tutte le sue sfaccettature, ma avvolge il palato nella curiosità di poterne cogliere le diverse sfumature. Dal 2019 il ricavato delle vendite è devoluto alla Fondazione Solomon R. Guggenheim a sostegno del programma Mind’s Eye.

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