N°140 Febbraio Marzo

59 Food&Beverage |febbraio-marzo 2022 SPECIALE Molte cose sono cambiate, e molto velocemente, negli ultimi due anni a causa di una serie di situazioni che hanno inciso sulle abitudini di consumo, sulla percezione dei valori ricercati nel vino e sulla sensibilità ai temi ambientali collegati al cambiamento climatico. In sintesi sono cambiati gli elementi che guidano la scelta dei vini in tutti i canali distributivi. I rossi, tuttavia, mantenJRQR OȇLQFRQWUDVWDWR SUHGRPLQLR WUD L ȴQH ZLQH Nella Grande distribuzione organizzata -diventata il canale ancora più importante per la vendita di vino durante la pandemia- trionfano Chianti, Lambrusco e Montepulciano d’Abruzzo quali vini più venduti nei primi 9 mesi del 2021 (rilevazioni Iri per Vinitaly Special Edition). E nell’e-commerce del vino, la cui ascesa continua tuttora, sulla piattaforma Tannico -l’enoteca on line con la più ampia selezione di vini italiani del mondo che ha raddoppiato i volumi di vendita tra il 2019 e il 2020- il cambiamento più vistoso ha riguardato i rossi, predominanti nelle vendite. La pandemia ha disegnato un nuovo immaginario collettivo che riconosce il valore dei vini legati indissolubilmente al territorio di produzione, si tratti di Denominazioni o di marchi aziendali, e ai comportamenti virtuosi dei produttori nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità. Così, i vini “locali”, e non solo quelli ottenuti da vitigni autoctoni, sono GLYHQWDWL FHQWUDOL QHOOȇR΍HUWD GL HQRWHFKH H ULVWRUDQWL 6L ª SRWHQ]LDWR TXHOOR FKH SRWUHPPR GHȴQLUH XQ “consumo localizzato”. È questa la tendenza più importante confermata da Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, alla luce delle informazioni raccolte dalle circa 70 enoteche dell’associazione distribuite da Nord a Sud d’Italia. “Sta crescendo molto l’interesse per i vini del territorio in cui insiste l’enoteca -sottolinea Terraneo- mentre anni fa la clientela era orientata a cercare vini provenienti da altre zone. E questo grazie alla selezione fatta dalle enoteche su vini di qualità di fascia media e alta. Un fenomeno IDYRULWR DQFKH GDOOȇDXPHQWR GHOOȇR΍HUWD GL YLQL GL qualità da parte di produttori delle diverse zone vitivinicole di prossimità che l’enotecario ‘scopre’ e propone al giusto prezzo. Venendo speFLȴFDWDPHQWH DL YLQL URVVL VHFRQGR OȇRVVHUYDWRULR Vinarius, nel 2021 i grandi -Brunello di Montalcino, Barolo e Amarone della Valpolicella- hanno non solo tenuto, ma anche aumentato un poco le vendite, consolidandosi come zoccolo duro dei vini di alta gamma. I vini rossi della fascia di prezzo tra i 10 e i 20 euro sono andati molto bene nel periodo delle restrizioni dovute alla pandemia, quando le persone hanno consumato più vino in casa, tenendo alto il volume di lavoro delle enoteche anche nei momenti meno propizi. Come tradizione, sotto Natale sono andati maggiormente i rossi di fascia alta”. Stessa cosa accade a Londra, uno dei più imSRUWDQWL H VLJQLȴFDWLYL PHUFDWL PRQGLDOL SHU OD vendita di vino, come testimonia Salvatore Castano, Miglior Sommelier d’Europa & Africa (concorso organizzato da Asi, Association de la Sommellerie Internationale), Head Sommelier & On Trade Advisor presso Friarwood, azienda che propone un’eccezionale selezione di vini pregiati in due enoteche e alla ristorazione nella capitale della Gran Bretagna. “I vini italiani più famosi a Londra -racconta Castano- sono Barolo, Barbaresco, Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e i Super Tuscan, ma da un paio di anni a questa parte si stanno imponendo i vini del Sud d’Italia e di Denominazioni meno note. Stanno andando forte l’Etna Doc, sia rosso che bianco, e anche il Primitivo pugliese. Credo che qui abbiano cominciato a capire che l’Italia, oltre che per i marchi e le Denominazioni rinomate, è un punto di riferimento per i vini di alta qualità a un prezzo contenuto e questa percezione sta iniziando a cambiare il mercato. Un mercato molto ULFFR H D΍ROODWR VX FXL SURSULR SHU TXHVWR LO PDUchio rimane un elemento molto importante. Circa le forniture a ristoranti e hotel, tra i rossi italiani i più venduti sono i classici, mentre tra i vini degli altri Paesi dominano i Bordeaux e i Borgogna, I rossi mantengono l’incontrastato predominio tra i fine wine, ma si è disegnato un nuovo immaginario collettivo che riconosce il valore dei vini legati indissolubilmente al territorio di produzione. Le etichette locali, e non solo quelle ottenute da vitigni autoctoni, sono diventate centrali nell’offerta di enoteche e ristoranti Clementina Palese La pandemia ha visto i grandi vini italiani, Brunello di Montalcino, Barolo e Amarone della Valpolicella, aumentare anche se di poco le vendite, mentre, soprattutto durante i periodi di lockdown, hanno riscosso un ottimo successo le etichette della fascia di prezzo tra i 10 e i 20 euro Per gli irrinunciabili rossi vince il consumo “locale”

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