N°140 Febbraio Marzo

47 Food&Beverage |febbraio-marzo 2022 rio da un lato focalizzare le professionalità che servono alla filiera e, dall’altro, fare una sorta di censimento di ciò che offrono Università, scuole superiori, master ed enti di formazione. “Da questo potremo attivare collaborazioni per costruire un percorso educativo a marchio Vision2030 che risponda alle esigenze delle imprese. Purtroppo mancano i dati occupazionali del settore e del livello di formazione delle risorse ed è una lacuna a cui va posto rimedio”. Una formazione specializzata, anche sul digitale -sempre più presente nel settore vitivinicolo, disponibilità della banda larga permettendo- è urgente in particolare in alcuni ambiti come l’enoturismo, “leva strategica molto importante da valorizzare con la digitalizzazione -ha commentato Camilla Gianazza di Jakala, società di analisi dati e consulenza aziende- Alle imprese servono strumenti non solo per accogliere i visitatori, ma anche per raccogliere dati e profilarli per lo sviluppo di attività a valle della visita fisica o virtuale. Aiuterebbe l’inserimento della finanziabilità delle azioni digitali nella politica europea e la contaminazione con competenze che vengono da altri settori”. Un punto di forza del vino italiano per innalzarne il posizionamento è la sostenibilità. Abbiamo la maggiore incidenza di vigneto bio al mondo (17,8% sul totale), ma siamo in attesa del Protocollo unico nazionale per rendere più intellegibile al consumatore questo aspetto. D’altro canto c’è da fare i conti con il nanismo delle imprese italiane che frena la competitività sui mercati esteri insieme alla mancanza di manager, all’inadeguatezza dei modelli di business, che vedono fase produttiva e commerciale riunite, e al peso eccessivo della proprietà immobiliare. “Situazione che -ha detto Roberta Crivellaro, managing partner dello studio legale Withers, portavoce del tavolo sullo sviluppo strategico- si può superare con aggregazione in reti di impresa, fusioni o conferimenti, tenendo conto che la finanza investe su asset ‘leggeri’, come dimostrano operazioni recenti concentrate su aziende imbottigliatrici”. Ettore Nicoletto, Amministratore delegato di Angelini Wines & Estates e presidente di Vision2030; in basso, con i protagonisti dell’evento veronese. Tra i temi in discussione anche quello del nanismo delle imprese italiane, che riguarda in particolar modo il mondo del vino. C’è bisogno di unire le forze, perché le piccole dimensioni delle imprese frenano la competitività e lo sviluppo sui mercati esteri

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