N°139 Dicembre

41 Food&Beverage | dicembre 2021 all’uscita della nuova annata del Chianti Classico Gran Selezione, la 2019. “Riportare le Uga in etichetta non è un obbligo per i produttori, ma un suggerimento, un’opportunità. Con laGran Selezione è iniziato nel 2014 un percorso di valorizzazione che non ha uguali in Italia: il territorio può dare di più e si può lavorare sempre meglio. Crediamo che questo aiuterà anche a incrementare il prezzo medio della Gran Selezione. C’è impegno da parte di tutti per sottolineare il territorio che è la chiave per dare valore alla Denominazione e fornire maggiore redditività al lavoro dei produttori che si stanno impegnando in più direzioni: una viticoltura biologica più attenta, più impattante, un lavoro in cantina più contemporaneo, un ritorno alle botti e ai serbatoi in cemento, e anche chi usa le barrique lo fa per un periodo più breve, le tostature sono state azzerate quasi totalmente. Sono tendenze positive che porteranno a fare emergere il carattere del territorio, come il sempre minor utilizzo dei vitigni internazionali. Fra 2-3 anni i caratteri dei vini saranno ancora più forti e riconoscibili”. La Denominazione Chianti Classico sta vivendo un momento felice come dimostrano i numeri: “Segniamo +20% di vendite rispetto al 2020 e +10% rispetto al 2019. E questo è importante: non è un rimbalzo, ma una crescita -ha spiegato Carlotta Gori, direttore del Consorzio- Il Chianti Classico ha i requisiti per crescere. Stanno aumentando le tipologie di maggior pregio come la Gran Selezione e la Riserva. Gran Selezione rappresenta il 6% delle bottiglie prodotte, circa 2 milioni, su un totale di 36-37 milioni di bottiglie della Denominazione, ma la Gran Selezione vale il 16-17% del fatturato e sta diventando sempre più strategica: oggi sono 160 (su un totale di 340) le aziende che producono la Gran Selezione”. La giornata milanese del Chianti Classico è poi proseguita con l’assaggio di 11 vini in rappresentanza delle future Uga e con la degustazione, al Westin Palace, di oltre 200 vini di 62 aziende del Gallo Nero che ha richiamato un gran numero di operatori e di appassionati. Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, e il direttore Carlotta Gori con Luciano Ferraro, caporedattore de Il Corriere della Sera che ha moderato l’incontro sulle Uga. Per definire le diverse sottozone si è tenuto conto non solo dei fattori naturali -suolo, esposizione, altitudine, microclima- ma anche di quelli umani, cioè delle identità dei luoghi e del senso di appartenenza dei produttori

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