N°139 Dicembre

3 Food&Beverage | dicembre 2021 EDITORIALE Barbara Amati amati@foodandbev.it i Logica win-win Si vince insieme Ora siamo al super green pass. Come se fossimo in una di quelle serie televisive che non finiscono mai, c’è sempre un nuovo colpo di scena, un attorcigliarsi della storia che non avevamo previsto. Volevamo il vaccino ed è arrivato. Siamo liberi, abbiamo pensato, e invece no, non è tutto così facile. Perché bisogna sempre stare attenti e ci sono le proteste di chi del vaccino non vuole neanche sentire parlare. Poi ci sono le varianti, perché il virus non rispetta i confini, va ovunque. E visto che la libertà di vivere e lavorare è, oggi più che mai, cosa preziosa, il governo ha deciso di premiare chi ha seguito le regole pensando a sé e agli altri. In questo modo si è arrivati alla decisione del super green pass entrato in vigore il 6 dicembre e che sarà valido fino al 15 gennaio del prossimo anno. Le regole sono chiare: il green pass rafforzato, o super green pass, viene rilasciato ai vaccinati o alle persone guarite dal Covid 19. Il green pass nella versione base sarà invece concesso a chi avrà fatto il tampone molecolare o antigenico. Il primo vale per nove mesi a partire dall’ultimo vaccino e non prevede restrizioni in caso di zone gialle o arancioni, mentre il secondo vale per 72 ore se ottenuto con un tampone molecolare negativo e 48 ore se rilasciato con tampone antigenico negativo. Se si possiede il green pass rafforzato si entra in tutti i locali pubblici al chiuso a partire dalla zona bianca e così anche per la gialla e l’arancione. Se la zona è rossa invece non ce n’è per nessuno. Contemporaneamente partiranno controlli un po’ più pressanti di quanto è successo fino a oggi. Se non valeva la pena prima di fare i furbi dimenticandosi di controllare il green pass, perché le regole si rispettano, tanto meno vale la pena oggi. Tra l’altro non si capisce perché bisognerebbe cercare di violare le regole. La stragrande maggioranza dei clienti oggi è vaccinata, anche molti no vax stanno cedendo, perché il costo dei tamponi ogni due-tre giorni inizia a pesare, in più andare in un ristorante dove ti controllano il documento significa anche dare un bel segnale alla clientela. Ci proteggiamo e vogliamo che anche voi vi sentiate al sicuro. Proviamo a pensare cosa sarebbe questo Paese se ancora oggi non avessimo un vaccino, nulla che ci protegge dal maledetto virus se non la mascherina, il lavarsi le mani e vedere meno persone possibili. Quanti locali sarebbero ancora aperti? Quanti clienti, anche se fosse stato possibile, sarebbero tornati tranquillamente a frequentare i ristoranti? Conosco persone, abituali frequentatori di ristoranti, che da quando è iniziata questa storia non hanno più cenato in un locale al chiuso. Uno scienziato in una delle tante interviste che quotidianamente leggiamo sui giornali, diceva che fra dieci o magari vent’anni il Covid 19 diventerà come il raffreddore. Nell’attesa che questo avvenga dobbiamo smetterla di pensare che siamo arrivati all’ultima puntata di questa storia. Come questi mesi ci hanno insegnato ce ne saranno altre, il cambiamento sarà una regola di vita. Dobbiamo imparare a convivere con il virus senza pensare che ci siano scappatoie perché nessun Paese che ha a cuore la salute dei propri cittadini può pensare di allentare le regole o tornare ai tempi passati quando la parola pandemia era un vocabolo conosciuto da pochi. Ognuno deve fare la propria parte e oggi come cliente di un ristorante chiedo che mi venga chiesto il green pass, mentre come ristoratore devo solo rispettare le regole, perché sono un cittadino onesto e perché questo va anche a vantaggio del mio business. Una logica win-win, direbbero gli esperti di marketing. Si vince insieme. Green pass e super green pass: un Paese che ha a cuore la salute dei propri cittadini non può pensare di allentare le regole. Ognuno deve fare la propria parte e oggi come cliente di un ristorante chiedo che mi venga chiesto il green pass, mentre come ristoratore devo rispettare le regole

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