N°139 Dicembre

P E R I P R O F E S S I O N I S T I E G L I A P P A S S I O N A T I Mensile • Anno XVI • N°139 Dicembre 2021 CHAMPAGNE Grandi chef per food pairing eccellenti ARTE &D΍ª DO PXVHR tra Canova e Magritte Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI Benoît Gouez racconta il GrandVintage 2013 MOËT & CHANDON

3 Food&Beverage | dicembre 2021 EDITORIALE Barbara Amati amati@foodandbev.it i Logica win-win Si vince insieme Ora siamo al super green pass. Come se fossimo in una di quelle serie televisive che non finiscono mai, c’è sempre un nuovo colpo di scena, un attorcigliarsi della storia che non avevamo previsto. Volevamo il vaccino ed è arrivato. Siamo liberi, abbiamo pensato, e invece no, non è tutto così facile. Perché bisogna sempre stare attenti e ci sono le proteste di chi del vaccino non vuole neanche sentire parlare. Poi ci sono le varianti, perché il virus non rispetta i confini, va ovunque. E visto che la libertà di vivere e lavorare è, oggi più che mai, cosa preziosa, il governo ha deciso di premiare chi ha seguito le regole pensando a sé e agli altri. In questo modo si è arrivati alla decisione del super green pass entrato in vigore il 6 dicembre e che sarà valido fino al 15 gennaio del prossimo anno. Le regole sono chiare: il green pass rafforzato, o super green pass, viene rilasciato ai vaccinati o alle persone guarite dal Covid 19. Il green pass nella versione base sarà invece concesso a chi avrà fatto il tampone molecolare o antigenico. Il primo vale per nove mesi a partire dall’ultimo vaccino e non prevede restrizioni in caso di zone gialle o arancioni, mentre il secondo vale per 72 ore se ottenuto con un tampone molecolare negativo e 48 ore se rilasciato con tampone antigenico negativo. Se si possiede il green pass rafforzato si entra in tutti i locali pubblici al chiuso a partire dalla zona bianca e così anche per la gialla e l’arancione. Se la zona è rossa invece non ce n’è per nessuno. Contemporaneamente partiranno controlli un po’ più pressanti di quanto è successo fino a oggi. Se non valeva la pena prima di fare i furbi dimenticandosi di controllare il green pass, perché le regole si rispettano, tanto meno vale la pena oggi. Tra l’altro non si capisce perché bisognerebbe cercare di violare le regole. La stragrande maggioranza dei clienti oggi è vaccinata, anche molti no vax stanno cedendo, perché il costo dei tamponi ogni due-tre giorni inizia a pesare, in più andare in un ristorante dove ti controllano il documento significa anche dare un bel segnale alla clientela. Ci proteggiamo e vogliamo che anche voi vi sentiate al sicuro. Proviamo a pensare cosa sarebbe questo Paese se ancora oggi non avessimo un vaccino, nulla che ci protegge dal maledetto virus se non la mascherina, il lavarsi le mani e vedere meno persone possibili. Quanti locali sarebbero ancora aperti? Quanti clienti, anche se fosse stato possibile, sarebbero tornati tranquillamente a frequentare i ristoranti? Conosco persone, abituali frequentatori di ristoranti, che da quando è iniziata questa storia non hanno più cenato in un locale al chiuso. Uno scienziato in una delle tante interviste che quotidianamente leggiamo sui giornali, diceva che fra dieci o magari vent’anni il Covid 19 diventerà come il raffreddore. Nell’attesa che questo avvenga dobbiamo smetterla di pensare che siamo arrivati all’ultima puntata di questa storia. Come questi mesi ci hanno insegnato ce ne saranno altre, il cambiamento sarà una regola di vita. Dobbiamo imparare a convivere con il virus senza pensare che ci siano scappatoie perché nessun Paese che ha a cuore la salute dei propri cittadini può pensare di allentare le regole o tornare ai tempi passati quando la parola pandemia era un vocabolo conosciuto da pochi. Ognuno deve fare la propria parte e oggi come cliente di un ristorante chiedo che mi venga chiesto il green pass, mentre come ristoratore devo solo rispettare le regole, perché sono un cittadino onesto e perché questo va anche a vantaggio del mio business. Una logica win-win, direbbero gli esperti di marketing. Si vince insieme. Green pass e super green pass: un Paese che ha a cuore la salute dei propri cittadini non può pensare di allentare le regole. Ognuno deve fare la propria parte e oggi come cliente di un ristorante chiedo che mi venga chiesto il green pass, mentre come ristoratore devo rispettare le regole

4 Food&Beverage | dicembre 2021 SOMMARIO 3 EDITORIALE Logica win-win. Si vince insieme Barbara Amati 11 CORTE SANT’ALDA Camerani pioniera del Valpolicella Barbara Amati 13 RUINART Un’esperienza immersiva Barbara Amati 16 BOLGHERI Il Magnetic di Donne Fittipaldi Barbara Amati 32 MOËT & CHANDON Benoît Gouez e il Grand Vintage 2013 Barbara Amati 38 CAMPANIA Aria, stellaMichelin a Barrale Federica Belvedere 40 CHIANTI CLASSICO Con le Uga il territorio in etichetta Barbara Amati 42 DEBUTTI Il Sake Iwa 5 Assemblage 2 Federica Belvedere 44 SCIENZA Vino e climate change conLuigiMoio Clementina Palese 46 PRODOTTI L’importanzadellapasta Barbara Amati 50 DISTRIBUTORI Il pregio delle bollicine Raumland Bibi Monti 52 ROMA Il Marchese riparte con il tè Rossella Cerulli 54 SPECIALE L’annostraordinariodelloChampagne Carla Pacelli 66 TOSCANA Da Caino, 50 anni di fine dining Marco Gemelli 68 INDAGINI Il food & beverage piace alla finanza Luigi Ferro 70 FIRENZE Olio evo, fil rouge di Olivia Bistrot Federica Belvedere Direttore Responsabile Barbara Amati - amati@foodandbev.it Redazione redazione@foodandbev.it Collaboratori di Redazione Federica Belvedere Luigi Ferro, Bibi Monti Collaboratori Andrea Ballestra, Paolo Becarelli, Donatella Bernabò Silorata, Elena Bianco, Jerry Bortolan, Luigi Caricato, Manuela Caspani, Irene Catarella, Rossella Cerulli, Giulia Marcucci, Beba Marsano, Gianni Mercatali, Carla Pacelli, Clementina Palese, Alex Pietrogiacomi, Max Rella, Francesco Torlaschi, Micaela Zucconi Foto Marco Antinori, Adam Barker, Alberto Bernasconi, Ag Goblin, Marco Baldini, Gabriele Basilico, Mikael Benard, Paolo Biava, Alberto Blasetti, Paolo Bisti-Luconi, Roberto Bosi, James Bort, Sophie Boursier, Brambilla&Serrani, Nicolò Brunelli, Simona Bruno, Claudia Calegari, Alessio Cappelli, Paolo Castiglioni, Roberto Cifarelli, Stefano Delia, Andrea Di Lorenzo, Giuseppe Di Mauro, Fanny Dussol, Davide Dutto, Foto Ennevi, Alex Filz, Fabio Gandino, Stefania Giorgi, Nicola Gnesi, Alessandro Gruzza, Alessandra Farinelli, Andrea Federici, Giuseppe Ghedina, A. Ghirelli, Lauro Lenzoni, Julie Lomont, Matteo Lonati, Luca Managlia, Elisia Menduni, Andrea Moretti, Hannes Niederkofler, Nikobi, Paolo Pansini, Photo Santi Caleca, Sandra Pilacchi, Beatrice Pilotto, Max Rella, Marco Parisi, Federica Santeusanio, Andrea Savelli, Aurora Scotto di Minico, Alberto Strada, Nao Tsuda, Lido Vannucchi, Francesco Vaona, Jacopo Ventura, Gabriele Zanon Responsabile Amministrativo e Commerciale Aldo Ballestra ballestra@febeditoriale.com Grafica e impaginazione Gierre Print Service Srl via Carlo Goldoni 1 - 20129 Milano Stampa Tiber Spa - via Volta 179 25124 Brescia Editore F&B Editoriale Srl - P.I. 05605300960 Registrazione Roc n°15455 del 04/07/2007 Reg. al Trib. di Milano n. 720 del 27/9/2005 Venerdì 3 dicembre Abbonamento Italia 10 numeri € 30

5 Food&Beverage | dicembre 2021 72 ARCHITETTI La luce perfettamigliora il ristorante Barbara Amati 74 SURGELATI Bene a casa, in ripresa al ristorante Francesco Torlaschi 76 ITINERARI Valtellina, fra pizzoccheri e Sforzato Massimiliano Rella 80MUSEI Uncaffè traCanovaeMagritte Beba Marsano 84SFIZIOFOOD Ilpiccione, bancodiprovapergli chef Elena Bianco 90 LOCALI Il Contrabar ridà vita a Bisceglie Manuela Caspani 92QUARTIERI ALTI Cucina stellata al 7132Hotel Micaela Zucconi ATTUALITÀ 8 Uomini e Vigne 18 Novità da stappare 20 Food Valley 26 Lodge & Spa 28 Business News 94 Cultura & Gusto 96 Verità nascoste RUBRICHE 6 Chez… chef 30 Mondo in pentola 88 Spiritbarman 98 Buona lettura Direttore Responsabile Barbara Amati Redazione via Carlo Poerio 2 20129 Milano tel. 02.47787220 FOOD&BEVERAGE ONLINE www.foodandbev.it Seguiteci su Food&Beverage vi dà appuntamento al 21 febbraio 2022 139 DICEMBRE2021 ANNO XVI P E R I P R O F E S S I O N I S T I E G L I A P P A S S I O N A T I Mensile • Anno XVI • N°139 Dicembre 2021 CHAMPAGNE Grandi chef per food pairing eccellenti ARTE &D΍ ª DO PXVHR tra Canova e Magritte Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI Benoît Gouez racconta il GrandVintage 2013 MOËT & CHANDON 01-43_FeB_139.indd 1 02/12/21 12:11

6 Food&Beverage | dicembre 2021 … Chef Lino Scarallo Palazzo Petrucci, Napoli A casa tua chi cucina? Mia moglie Il tuo piatto preferito? Spaghetti con i pomodorini del Piennolo La ricetta che ami di più cucinare? I piatti tradizionali napoletani, un po’ complessi Una cenetta in pace: cosa ti prepari? Un uovo al tegamino La ricetta per conquistare è... Tutte, se fatte con il cuore La tua cucina in una parola... Istinto Il piatto che ti ha sorpreso di più? Uno che faceva spesso mio padre: tagliatelle con cipollotto fresco, ciccioli e pecorino Qual è il ristorante dove ti rifugi quando non vuoi cucinare? Da Mimì alla Ferrovia Da quale collega vorresti andare a cena? Da Mauro Uliassi Per quale collega ti emozionerebbe cucinare? Per Iaccarino di Don Alfonso Con chi faresti uno scambio di ristoranti? Con nessuno Per quale personaggio reale o di fantasia ti piacerebbe cucinare? Per il Papa Se non avessi fatto il cuoco... Avrei fatto il calciatore Hai un budget illimitato: un ristorante a... Sul mare, in un paese caraibico Il guanto della sfida a chi lo lanceresti? A nessuno, perché di solito lancio condivisione! … Chef Takeshi Iwai AAlto, Milano A casa tua chi cucina? Io Il tuo piatto preferito? Spaghetti al pomodoro La ricetta che ami di più cucinare? Spaghetti al pomodoro Una cenetta in pace: cosa ti prepari? Spaghetti al pomodoro… lo so, sono ripetitivo La ricetta per conquistare è... Dipende dalla persona che voglio conquistare La tua cucina in una parola... Libera Il piatto che ti ha sorpreso di più? La prima amatriciana mangiata a Roma: wow! Qual è il ristorante dove ti rifugi quando non vuoi cucinare? Vado spesso da Spazio Milano, Ratanà e Hazama Da quale collega vorresti andare a cena? Vorrei ritornare al Noma e andare al Roka e al Mugaritz Per quale collega ti emozionerebbe cucinare? Massimiliano Alajmo Con chi faresti uno scambio di ristoranti? Con nessuno, AAlto è casa mia Per quale personaggio reale o di fantasia ti piacerebbe cucinare? Sinceramente, non saprei… Se non avessi fatto il cuoco... Avrei fatto l’artista Hai un budget illimitato: un ristorante a... Sul mare, nel posto più bello del mondo Il guanto della sfida a chi lo lanceresti? A tutti, credo che il confronto sia stimolante Ci stupiscono, ci emozionano, ci fanno scoprire sapori nuovi e inaspettati, dando vita ad abbinamenti creativi o perfezionando piatti della tradizione; ma gli chef cosa mangiano? Che segreti nascondono? Quindici domande per scoprire i “vizi privati” dei grandi cuochi a cura di Carla Pacelli CHEZ…

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8 Food&Beverage | dicembre 2021 UOMINI&VIGNE MILANO I 20 anni di Amativo Compie 20 anni Amativo, l’unico blend prodotto dall’azienda Cantele di Guagnano (Le) nato nel 2001. È un rosso profondo ed elegante, prodotto con uve primitivo al 60% e negroamaro, i due vitigni principe della Puglia. Proviene da viti allevate ad alberello nei vigneti di Guagnano, Sava, San Pietro; il vino fermenta in acciaio e affina in barrique per 12mesi. Amativo 2018, l’annata attualmente sul mercato, ha un bel colore rosso rubino; i profumi di rosa e violetta si svelano lentamente ma persistono alleandosi a note di frutti di bosco, ribes e more, e a sfumature speziate, dal pepeneroallo zenzero. Inboccaè seducente, lamorbidezza del primitivo contrasta l’amaricante del negroamaro in un’armonia equilibrata. “Abbiamo un particolare legame affettivo con Amativo, che per la mia famiglia è il vino del cuore -dice Paolo Cantele, responsabile commerciale dell’azienda salentina, alla presentazione dei suoi vini all’Armani/ Ristorante di Milano- Lo presentiamo inmagnum, un formato che gli consente di esprimersi ancora meglio. È un vino longevo, con una vita che arriva anche oltre i dieci anni”. L’azienda produce vini quasi esclusivamente monovitigno con una forte prevalenza di autoctoni del Salento; l’unico internazionale è lo chardonnay. La Cantina è stata fondata da Giovanni Battista Cantele e dallamoglie TeresaManara nel 1950: da Imola (Bo) si sono trasferiti in Puglia innamorati di quella terra assolata e generosa. Oggi alla guida di questa azienda all’avanguardia ci sono i quattro cugini, che rappresentano la terza generazione: Gianni, Paolo, Luisa e Umberto (nella foto con Domenico Cantele). In degustazione all’evento milanese il Rohesia Negroamaro Rosato Metodo Classico 2015 Pas Dosé, che rimane sui lieviti non meno di 60 mesi, ha delicati sentori di mirtilli e rosa che s’intrecciano a note speziate, di liquirizia e crosta di pane; il Fanòi Primitivo 2017, che affina in barrique per 14 mesi, dal naso selvatico e irruente, avvolgente, ricco e morbido al palato. Fanòi Negroamaro 2015 matura in barrique 12 mesi e profuma di mirto, timo, maggiorana, frutta rossa e ha un sentore di salsedine. Teresa Manara Chardonnay 2020 fermenta in acciaio e poi in barrique: il profumo inizialmente speziato si apre in note floreali e fruttate a cui si aggiungono nocciola e vaniglia; vellutato, affascina per la speziatura dolce. ETICHETTE L’Oro di Venezia per Casanuova 2019 È vestita da Fabrizio Plessi l’annata 2019 del Casanuova di Nittardi, il Chianti Classico della storica tenuta di Castellina in Chianti (Si). Fin dalla prima annata la famiglia Canali-Femfert ha infatti dedicato un progetto d’arte a questo vino arrivato alla 39a edizione. Il Chianti Classico Casanuova è espressione di una vigna particolarmente vocata, Vigna Doghessa, a 450 metri sul livello del mare, con una splendida esposizione a sud. La 2019 è una grande annata classica, dal potenziale evolutivo promettente. Per ogni annata, un artista viene invitato a creare due opere, una per la carta seta e una per l’etichetta. Per la 2019, Fabrizio Plessi, artista contemporaneo noto per le sue videoinstallazioni legate allo scorrere del tempo e al rapporto tra uomo e ambiente, ha creato per l’etichetta l’opera L’oro di Venezia, mentre per la carta seta The Golden Age. “Fabrizio Plessi è riuscito a cogliere la preziosità di Vigna Doghessa -afferma Léon Femfert- In etichetta, un fluido dorato e in movimento racconta la natura cangiante di questa vigna”. MARCHE Alcaico2014, Chardonnay che nasce tra le fate Collina delle Fate è un luogo magico, già nel nome: a Fossombrone (PU), seguendo l’alta valle del fiume Metauro, nelle Marche, si è immersi in un’oasi di tranquillità che invoglia a prendersi una pausa per ammirare il paesaggio dall’alto della collina e assaggiare un vino. Perché proprio qui c’è la Cantina fondata da Massimo Berloni, imprenditore di successo nellamoda -a ridosso della Pieve di San Venanzio- una struttura all’avanguardia perfettamente integrata nell’ambiente circostante con una cantina ipogea che segue il profilo della collina. Qui nascono etichette di qualità elevata, da vitigni internazionali che in questo territorio si sono perfettamente acclimatati esprimendo uno stile borgognone. È così per Alcaico, chardonnay in purezza le cui viti ammirano dall’alto il mar Adriatico. Il mosto fermenta in botti da 20 ettolitri e il vino matura in barrique per 12mesi, infine riposa tre anni in bottiglia prima di uscire sul mercato. Dal colore giallo paglierino intenso con riflessi oro, Alcaico 2014 ha un naso complesso, con sentori di frutta gialla, susina, mela, cedro, frutta esotica, mimosa e sambuco, a cui si aggiungono vaniglia e pepe bianco. In bocca è persistente ed elegante con un finale sapido.

9 Food&Beverage | dicembre 2021 ETICHETTE Tancredi 2017 vestito da Dolce&Gabbana Tancredi è un grande rosso di Donnafugata, proposto insieme a Dolce&Gabbana in una edizione limitata prodotta nella vendemmia 2017. Le 14.013 bottiglie numerate rispecchiano le caratteristiche di longevità di Tancredi, un vino nato nel 1990 nella Tenuta di Contessa Entellina da un blend innovativo per l’epoca: cabernet sauvignon e nero d’Avola, l’internazionale e l’autoctono; Tancredi 2017, oltre ai vitigni originari, vede anche l’apporto di uve tannat. Dopo un lungo affinamento, questo vino si distingue per gli aromi fruttati e balsamici, uniti a delicati sentori di cacao e tabacco dolce; i tannini sono perfettamente integrati e la persistenza è lunga. Tancredi rievoca uno dei protagonisti del Gattopardo, di Tomasi di Lampedusa, e ne intende richiamare il carattere passionale, romantico e inconfutabilmente siciliano. L’immagine realizzata da Dolce&Gabbana rende omaggio in particolare al contrasto fra tradizione e modernità che Tancredi riassume. Oro, blu e le linee sinuose di ispirazione barocca celebrano i fasti dell’aristocrazia in declino, il rosso, il verde e le figure geometriche appuntite rimandano ai nuovi valori rivoluzionari che si stavano affermando in Sicilia dopo l’Unità d’Italia, nel 1861. SPUMANTI La Grande Famille il Classico di Pellegrino La gentildonna francese Josephine Despagne, moglie di Carlo Pellegrino, chiamava La Grande Famille la sua famiglia allargata, composta da figli e nipoti, ma anche da dipendenti e impiegati delle Cantine Pellegrino. Quando nel 1933 il marito Carlo morì, Josephine si ritrovò a capo dell’azienda di famiglia, prima donna dell’epoca, e insieme al figlio Paolo ne prese in mano le sorti, disegnando per essa un futuro radioso. A 150 anni dalla sua nascita, per rendere omaggio a questa raffinata e intraprendente donna innamorata della Sicilia, le Cantine di Marsala le dedicano La Grande Famille, un nuovo spumante brut metodo Classico. La Grande Famille è un vino dal colore giallo tenue con riflessi verdognoli, dal perlage finissimo e persistente con una elegante corona di spuma. Al naso è ricco, con sentori di lievito e crosta di pane, in bocca è pieno ed equilibrato con un gradevole finale acidulo. Una produzione a tiratura limitata in vendita al Wine Shop Pellegrino di Marsala oppure online (www.carlopellegrino.it/shop). NONINO Gran Riserva 27 years complessa e avvolgente Nonino Gran Riserva 27 years Ùe Monovitigno Refosco dal Peduncolo RossoMillesimata 1988 è distillata conmetodo 100% artigianale, secondo l’antica tradizione di famiglia, in particolari esclusivi alambicchi discontinui in rame rinnovati da Benito Nonino. “Colore ambra brillante, molto intenso con riflessi d’oro. Al naso leggero sentore di legno di cedro fragrante leggermente balsamico che inizialmente ricorda gli agrumi essiccati e i fichi secchi, i datteri, il tabacco e un accenno di cioccolato bianco. Intensa al palato, è estremamente complessa e avvolgente, di grande finezza ed elegante sapidità, molto persistente”: così la descrivono Othmar Kiem e Simon Staffler, di Falstaff, rivista leader di enogastronomia nei Paesi di lingua tedesca, che l’hanno premiata con 100 punti alla Spirit Competition 2021 su oltre 774 distillati di tutto il mondo. È il primo distillato italiano a ricevere il massimo riconoscimento a questa competizione. COLLABORAZIONI Lady Gaga firma Dom Pérignom Iniziata nel 2021, la collaborazione fra Lady Gaga eDomPérignon prosegue. Dopo una campagna pubblicitaria e una scultura in edizione limitata disegnata dall’artista americana, Lady Gaga ora firma un’edizione limitata per Dom Pérignon Vintage 2010 e Rosé Vintage 2006, racchiusi in coffret esclusivi. La scia iridescente riflette il flusso e il movimento di un velo, ondulato e mutevole, il cui design è un’ode visiva alla creatività. Un impulso vitale. Le Limited Edition di Dom Pérignon Vintage 2010 e Rosé Vintage 2006 create da Lady Gaga saranno acquistabili nelle migliori enoteche d’Italia e nei diversi punti vendita Rinascente. A Dom Pérignon X Lady Gaga sono state dedicate le vetrine degli store Rinascente di Firenze e Torino, Milano e Roma in novembre. A partire dal 9 novembre e fino alla fine del 2021, le bottiglie in edizione limitata saranno disponibili anche attraverso lo shop online rinascente.it.

10 Food&Beverage | dicembre 2021 UOMINI&VIGNE UNESCO Giannitessari sostiene la Val d’Alpone Giannitessari sostiene la candidatura Unesco della Val d’Alpone. L’azienda vinicola di Roncà (Verona) devolverà il 10% di ciascuna bottiglia di Lessini Durello Doc Extra Brut venduta direttamente all’Associazione temporanea di scopo-Val d’Alpone, Faune, Flore e Rocce del Cenozoico. Ultima a est di Verona, al confine con la provincia di Vicenza, la Val d’Alpone è candidata a divenire sito naturalistico Patrimonio dell’Umanità per i suoi tesori fossili. Si tratta di reperti conservati per 50 milioni di anni da valorizzare e condividere con il mondo. “Una valle che sentiamo profondamente nostra, che trasmette ai nostri vigneti e ai nostri vini mineralità e carattere“, spiega Gianni Tessari. La limited edition di Lessini Durello Doc Extra Brut di Giannitessari è in vendita in cantina fino a dicembre; una speciale targhetta applicata sul collo della bottiglia ne identifica l’intento benefico. BAROLO Le etichette d’artista di Domenico Clerico Etichette artistiche e personalizzazione estrema della bottiglia per rendere ancora più prezioso l’Arte Langhe Rosso Doc di Domenico Clerico. È il progetto Arte Edizione Limitata promosso dalla storica cantina delle Langhe che ha voluto coniugare la propria arte di fare vino con l’arte nel suo senso più canonico, attraverso pittura e tecniche miste per creare delle etichette uniche. Le etichette di Arte edizione limitata 2020 sono state firmate dagli artisti Bruno Murialdo e Paolo Baraldi, quest’anno, invece, a realizzarle sono le vincitrici della prima edizione del Premio Domenico Clerico, istituito dall’azienda in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino per promuovere e sostenere i giovani talenti. Si tratta di Eleonora Ballario e Francisca Jitaru, autrici di 10 diverse etichette, 5 per ognuna, che raccontano la personalità dell’Arte Langhe RossoDoc con un tratto originale ed espressivo. TOSCANA Costituito il Consorzio Suvereto e Val di Cornia A Suvereto, in provincia di Livorno, 27 cantine si sono unite per formare il Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine che si pone l’obiettivo di dare nuovo slancio alla produzione vinicola della zona. “Da tempo sentivamo questa esigenza -ha detto Stefania Saccardi, vicepresidente del Consorzio e assessore all’Agroalimentare del Comune- La nascita del Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine è il frutto di un lavoro intenso e corale, nel quale abbiamo creduto tutti insieme, produttori e istituzioni, e per il quale ci siamo impegnati. Adesso si aprono scenari importanti, dalla modernizzazione dei disciplinari di produzione alla promozione sui mercati dell’Uninone europea ed extraeuropea, candidando progetti sui bandi Psr e Ocm”. Il consorzio comprende 360 ettari vitati, il 75% dei quali riconducibili all’area di Suvereto. In programma c’è l’opera di perfezionamento della zonazione iniziata da diversi anni. SINERGIE Il Vermouth Bottega distribuito da Domori Il Vermouth Bottega viene distribuito in esclusiva da Domori, prestigioso brand sinonimo di cioccolato di qualità superiore. Il vermouth di qualità rientra tra le delikatessen di nicchia che si rivolgono a una clientela specializzata. La sinergia con un marchio di cioccolato premium è stata considerata da Bottega un valore aggiunto per incrementare la presenza di questi prodotti nei migliori locali italiani: bar, cocktail bar, pasticcerie e hotel. Il Vermouth Bottega è nato all’inizio del 2017 dall’incontro tra Sandro Bottega e Lamberto Vallarino Gancia a Padova, nel più antico giardino botanico del mondo che ospita un’innumerevole varietà di piante, erbe e spezie. In questo contesto di grande suggestione ha preso corpo il progetto di creare una selezione di vermouth premium -Rosso, Bianco ed Extra Dry- realizzati utilizzando i vini tipici del territorio della Doc Venezia, un’area compresa tra la laguna e i primi rilievi delle colline trevigiane.

11 Food&Beverage | dicembre 2021 Marinella Camerani pioniera del Valpolicella In alto, Marinella Camerani, proprietaria di Corte Sant’Alda, nella Valpolicella Orientale, con la figlia Federica e l’enologo Leonardo Garbuio. Accanto, un’immagine dei suoi vigneti in Val di Mezzane. A destra, Mithas, vino icona dell’azienda, e Ca’ Fiui, Valpolicella di spessore le cui uve provengono da uno specifico vigneto Barbara Amati DENOMINAZIONI “Nessuno vive di solo Amarone: sono convinta che la qualità di una Denominazione passi dai suoi vini quotidiani e da sempre mi impegno a produrre Valpolicella, con uve autoctone, legati al territorio, tipici ed eleganti”. Così, Marinella Camerani, produttrice in Valpolicella Orientale, ha cominciato a enunciare i cardini della sua visione, presentando al ristorante L’Alchimia, a Milano, i vini Valpolicella declinati in tre etichette -Ca’ Fiui, Poderecastagne e Mithas- abbinati ai piatti dello chef Giuseppe Postorino. Forte del suo percorso iniziato nel 1986 con la fondazione di Corte Sant’Alda, a Mezzane di Sotto (Vr), arricchito oggi da altri due progetti e dal cambio generazionale, Marinella Camerani vuole portare avanti con voce ferma l’opportunità di definire altre sottozone -come la sua Val di Mezzane- in aggiunta alle esistenti Classica e Valpantena. Sotto il cappello dell’Azienda agricola Camerani, condotta in biodinamico con basse rese per ettaro, oggi ci sono Corte Sant’Alda e altre due proprietà, Adalia e Podere Castagnè, perché “l’unica strada per produrredi più -sottolinea- èampliare le superfici a vigneto nella misura in cui si conservi il controllo personale sul lavoro”. Da diversi anni è affiancata da una delle tre figlie, Federica, e presto arriverà ancheBianca, e poi c’è il gruppo di lavoro costituito da giovani. MarinellaCamerani è stata e continua a essere una pioniera, precorrendo i tempi. Già nel 2000 usciva la prima annata del Valpolicella Doc Ca’ Fiui, “con cui -dice- ho legato un ‘semplice Valpolicella’ a uno specifico vigneto, dando dignità a un vino che allora come oggi soffre di essere un cheap wine, come stigmatizzato da una pubblicità affissa sui muri di Londra dove veniva indicato come vino da ubriaconi! L’ultimo progetto è legato al Valpolicella Superiore ottenuto a Podere Castagnè, dove altitudine, suoli, giacitura ed esposizione ci hanno portato a credere e poi ad avere la certezza che le uve di questo luogo fossero diverse dalle altre. La libertà di produrre su questi tre ettari un solo vino è la realizzazione di un piccolo grande sogno che avevamo nel cassetto”. Risaleal 2012 laprima zonazioneaziendalecondotta “per il piacere della conoscenza” a cui è seguito il lavoro organico di caratterizzazione dei suoli e dei vini che ne derivano, racchiuso nell’agile fascicolo Around Soil–Suolo e dintorni, presentato nell’occasione, in cui i dintorni sono la storia di Marinella che si interseca con quella delle sue vigne e con il suo sguardo sul futuro. Un futuro fatto di lavoro inteso come consapevolezza della propria natura, dove i compiti svolti permettono di avere un beneficio non solo materiale, ma spirituale e morale per se stessi e per l’ambiente nel significato di ambiente e società. Un lavoro che, anche con iniezioni di cultura, crea una “comunità agricola” di cui i giovani sono il fulcro. La produttrice di Corte Sant’Alda ha presentato a L’Alchimia di Milano i suoi vini tipici ed eleganti, ribadendo l’importanza di dare valore alle sottozone come la sua Val di Mezzane

12 Food&Beverage | dicembre 2021 UOMINI&VIGNE AIS Stefano Berzi è il Miglior sommelier Stefano Berzi è il Miglior Sommelier d’Italia elettodall’Associazione italiana sommelier 2021-Premio Trentodoc. Il sommelier di origine bergamasca si è aggiudicato la finale che si è svolta a Bologna, aggiudicandosi il Premio Trentodoc. Titolare dell’Enoteca Hosteria del Vapore di Carrobbio degli Angeli (Bg), Berzi ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dopo aver superato le selezioni regionali insieme a numerosi altri professionisti provenienti da tutta Italia. La giuria, composta dai vincitori delle precedenti edizioni del Concorso, da alcuni membri Ais, da giornalisti di settore e dall’Istituto Trento Doc, lo ha ritenuto il migliore. Il riconoscimento premia il percorso di crescita personale e di formazione professionale. Con lui hanno partecipato alla finale Davide D’Alterio, sommelier dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Simone Vergamini, dell’azienda Wineafterwine di Capannori (Lucca), e Massimo Tortora, dell’enoteca La Cantina di Massimo di Livorno. GARDA Lettera C di Pasini Valtènesi in rosa Lettera C 2019, Pasini San Giovanni, azienda agricola di Raffa di Puegnago del Garda, porta in famiglia il primo Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Lettera C 2019 è un Valtènesi in rosa prodotto con uve groppello gentile da vigne adulte lungamente affinato in Clayver (piccoli contenitori in ceramica di forma ovale) con il suo corredo di fermentazione. Il colore è ambra luminoso con sfumature rose tenue; il naso è ampio e complesso, con note di fiori bianchi e mandarino, pesca bianca, erbe aromatiche e un’affascinante nota iodata; la bocca è vitale, essenziale e consistente, con una lunga persistenza gustativa su una tessitura estremamente leggera. Ogni bottiglia di Lettera C 2019 è avvolta in una carta color avorio chiusa da un sigillo che invita a proteggere il vino fino al momento del consumo, evitando di esporlo alla luce per preservarne la delicata tonalità di colore. Lettera C come Chiaretto, dal quale trae ispirazione, come Clayver in cui si affina, come Cinquantotto, anno di fondazione dell’azienda. SOLIDARIETÀ Ventorosa sostiene le donne di Nairobi La solidarietà passa anche attraverso l’acquisto di DiVento Ventorosa, Spumante Brut Rosé 100% pinot nero. Il nome dell’edizione 2021 vuole rappresentare un vento di primavera leggero, profumato e inebriante che avvolge l’associazione Donne della Vite e i partner del progetto, per giungere fino alle bambine, alle ragazze e alle donne di Nairobi. Ventorosa nasce con il metodo Martinotti lungo e affina 9 mesi sui lieviti. Ha colore rosa tenue, un’effervescenza gentile e profumi fruttati. È disponibile a fronte di una donazione minima di 10 euro a bottiglia. Tutti i fondi raccolti e rendicontati in maniera trasparente saranno donati ad Amani per finanziare la Casa di Anita sulle colline di Nairobi. Oltre che far bene al cuore, DiVento fa bene all’ambiente, poiché coltivazione e packaging sono a basso impatto ambientale. Tra le scelte più importanti, coltivazione integrata, vetro leggero, sughero naturale, capsule green, carta riciclata. Il tutto è frutto della collaborazione con l’Associazione Viticoltori di Torrevilla e altri storici partner, tra cui Enoplastic, Enovetro, Ovis Nigra (www.donnedellavite.com). TECNOLOGIE Realtà aumentata per Amaro Montenegro Per Natale, Amaro Montenegro si immerge in un astuccio elegante e tecnologico. Inquadrando con lo smartphone il Qr code sarà possibile effettuare un’immersione a 360° nel mondo di uno dei liquori più amati attraverso contenuti in realtà aumentata. Nato a Bologna nel 1885 dal genio ribelle del giovane e appassionato erborista Stanislao Cobianchi, che intitolò la sua creazione alla principessa del Montenegro, Elena, futura regina d’Italia e citato da Gabriele d’Annunzio che lo definì liquore delle virtudi, Amaro Montenegro è prodotto con 40 erbe aromatiche, provenienti da quattro continenti. Il colore ambrato, il suo aroma complesso e il gusto piacevolmente equilibrato tra note dolci e amare, rendono Amaro Montenegro un prodotto versatile per essere apprezzato dopo i pasti, liscio o con ghiaccio, o come ingrediente per rivisitare cocktail classici e proporre mix innovativi.

13 Food&Beverage | dicembre 2021 Un’esperienza immersiva nel mondo Ruinart Valérie Radou, chef resident della Maison Ruinart, ha proposto la sua cucina delicata e gustosa in occasione del Petit R, viaggio multisensoriale nella storia centenaria della Maison grazie a un videomapping in 3D nel quale i disegni dell’artista giapponese Kanako Kuno hanno preso vita sulla tavola Barbara Amati MILANO Un’esperienza emozionante, coinvolgente, totalizzante. È quella che Ruinart, la più antica Maison de Champagne fondata nel 1729, ha fatto vivere agli appassionati nell’hub di Identità Golose Milano. Dal 19 al 21 novembre, infatti, Ruinart ha svelato la sua storia centenaria in tre cene -riservate a soli 12 ospiti- che si sono trasformate in un viaggio onirico animato dalla virtual reality Petit R: ogni cena è diventata un’esperienza immersiva multisensoriale realizzata attraverso un videomapping in 3D e il concetto dell’anamorfosi, nella quale i disegni dell’artista giapponese Kanako Kuno hanno preso vita sulla tavola, mettendo in scena la storia e il ricco patrimonio della Maison. “Per questo viaggio nell’universo Ruinart, Valérie Radou, dal 2018 chef resident dellaMaison, ha lasciato per la prima volta la sede di Reims per trasferire aMilano la sua creatività -ha spiegato Silvia Rossetto, Senior BrandManager Ruinart- Ingredienti ricercati e prodotti di stagione sono gli elementi che costruiscono la cucina delicata e gustosa di Valérie che collabora a stretto contatto con lo Chef de Caves Frédéric Panaïotis per un food pairing che sa creare i giusti abbinamenti di profumi e sapori. Una cucina leggera, impreziositadaaccostamenti cromatici che coincidono con i colori degli Champagne”. Così, la freschezza di Ruinart Blanc de Blancs è esaltata dall’ostrica, come entrée, seguita dal Rombo di Bertrand Mure (omaggio a uno dei Fondatori di Maison Ruinart), con crema di cavolfiore -verde, arancio e bianco- a sottolineare la rotondità dello Chardonnay. Si fonda sui contrasti la Faraona con zucca, finferli e succo di liquirizia abbinato a Ruinart Vintage 2011, laCuvée tanto attesa che da quest’anno è distribuita anche sul mercato italiano riservata ai ristoranti del Ruinart Assemblage 1729. Un Vintage che accompagna perfettamente anche il Chaource, tipico formaggio della Champagne, con uva e granola. Infine, Pera infusa con ibisco, pompelmo e rosa, aromi che si ritrovano nel Ruinart Rosé che l’accompagna. Oltre alle tre esclusive cene immersive Petit R, la Maison Ruinart è stata protagonista anche delle cene a 4 mani con Valérie Radou e gli chef del Ruinart Assemblage 1729: Denis Pedron, del Gruppo Langosteria che rappresenta Langosteria Bistrot Milano, e Giuseppe Mancino, due stelle Michelin de Il Piccolo Principe di Viareggio. Ciascuno chef, insieme a Valérie Radou, ha realizzato un menu che ha seguito l’antipasto Branzino con sedano e olio di levistico, piatto signature di Valérie per questo autunno, accompagnato da Ruinart Blanc de Blancs. Gli Champagne Ruinart hanno accompagnato ogni piatto, dall’antipasto al dolce, una scelta non così scontata per i consumatori. All’evento ha fatto il suo debutto Ruinart Blanc de Blancs second skin in magnum, l’innovativo involucro in carta riciclata, ecologico e sostenibile, dalla superficie che ricorda le crayère. Nell’ hub di Identità Golose gli Champagne Ruinart sono stati protagonisti di cene esclusive con un emozionante viaggio multisensoriale. Con la cucina di Valérie Radou, chef resident della Maison

14 Food&Beverage | dicembre 2021 UOMINI&VIGNE FERRARI La special edition Inverno Trentodoc Le Cantine Ferrari presentano Inverno Trentodoc, un’edizione speciale di Ferrari Brut che celebra l’inverno con uno speciale omaggio al proprio territorio, le montagne del Trentino che definiscono la cifra stilistica di tutte le etichette dell’azienda. La nuova immagine, raffinata e distintiva -curata ancora una volta da Robilant Associati- sancisce il legame della casa vitivinicola con i suoi luoghi d’origine attraverso linguaggi e modalità narrative proprietarie e inedite, perfettamente in linea con lo stile del brand. La bicromia bianco/nero, propria dell’alfabeto visivo di Ferrari, viene esasperata nel contrasto tra i chiaroscuri delle illustrazioni immaginifiche e il candore dello sfondo “nevoso”, enfatizzando la drammaticità della scena. La texture che nasce dal monogramma Ferrari si fa silente, dematerializzata nel bianco tono su tono. L’illustrazione multi-soggetto si fa pattern che si dischiude all’interno dell’astuccio. STELLATI Parata di chef per Venturini Baldini Venturini Baldini, specializzata in Lambrusco e spumanti a coltivazione biologica, con una proprietà di 130 ettari, di cui 32 vitati, a Quattro Castella, sulle colline di Reggio Emilia, un ristorante interno appena inaugurato, un resort di 11 stanze, ha dato il via al progetto di valorizzazione delle peculiarità del territorio Venturini Baldini tra le stelle. L’iniziativa prevede una collaborazione con alcuni chef stellati per organizzare cene nella tenuta in cui interpretano i loro menu, alla luce del territorio emiliano e delle sue ricchezze culinarie, proponendo piatti che raccontino questa terra ricca di storia e di tradizioni valorizzata con l’abbinamento ai vini dell’azienda. Un’idea nata durante il lockdown, ma che solo ora ha potuto vedere la luce. Il 15 novembre si è tenuto il primo appuntamento che si arricchirà di date per il prossimo anno. Il primo ad accogliere l’invito della titolare Julia Prestia è stato Claudio Liu (insieme nella foto) che, dopo l’infanzia a Correggio (Re), è diventato milanese e proprio nel capoluogo lombardo -primo tra i ristoranti di ispirazione giapponese- ha conquistato la stella Michelin con il ristorante Iyo. TOSCANA 20 anni di vendemmie per Pagani de Marchi Vent’anni di vendemmie e di vini di livello, scommettendo sulla vocazione vinicola della zona di Casale Marittimo, in provincia di Pisa, hanno portato l’azienda Pagani de Marchi a essere un importante punto di riferimento. Oggi è gestita da Matteo Pagani affiancato dall’enologo Attilio Pagli e da 10 anni la viticoltura è biologica. Si punta sempre di più a produrre vini di qualità, rispettando le radici del territorio, e questo lavoro comporterà un cambiamento nella linea stilistica e di immagine dei vini. “Abbiamo voluto dare una svolta alle attività della cantina cambiando la presentazione dei vini con nuove etichette, alle quali stiamo lavorando -ha spiegato il produttore presentando i propri vini affiancato da Paolo Basso, primo sommelier al mondo Asi 2013- Inoltre, abbiamo fatto dellemodifiche a livello di produzione, allontanandoci dai vini in purezza e passando a prodotti frutto di assemblaggi, mantenendo però il vino in purezza storico: Casa Nocera”. Casa Nocera 2015 è un Merlot maturato 18 mesi in barrique di rovere e affinato per 18 mesi in bottiglia. È intenso e profondo, di grande complessità ed eleganza, con un’ottima freschezza. FESTIVAL A Torino la Wine Week winter edition Torino Wine Week, il festival del vino del capoluogo piemontese torna, da sabato 11 a domenica 19 dicembre, con una speciale Winter edition per brindare al Natale. Oltre settanta produttori da tutta Italia saranno protagonisti di degustazioni, masterclass, aperitivi e cene a tema con brindisi nei locali del centro storico per condurre i wine lover alla scoperta delle eccellenze del patrimonio enologico del Piemonte e dell’intera Penisola. Novità di quest’anno sarà la Notte delle bollicine, sabato 11 dicembre, con un brindisi sotto la Mole nell’Enoteca di Eataly Lingotto, la più grande di Torino con le sue 35 mila bottiglie. L’evento dà il via alla settimana del festival diffuso in tutta la città da Vanchiglia a San Salvario fino al Quadrilatero, per culminare con il cuore della kermesse del Salone del Vino nelle sale del Museo del Risorgimento.

CESARINI SFORZA 1673,unClassicodeclinato inRiserva,Rosé,NoirNature La linea 1673 riveste un ruolo di primo piano tra le etichette di Cesarini Sforza e comprende tre eleganti Trentodoc di grande personalità: Riserva, Rosé e Noir Nature. Ognuno di essi esprime le diverse sfaccettature dei vigneti collocati tra i 450 e i 670 metri sul livello del mare in Valle di Cembra, in una zona ad altissima vocazione. L’importante escursione termica tra il giorno e la notte e la corretta insolazione contribuiscono a concentrare nei grappoli i tipici e ricercati aromi fruttati. Il terreno sabbioso, profondo, di porfido, dona un’invidiabile sapidità e una mineralità di lunga persistenza. Contribuiscono a raggiungere l’eccellenza la raccolta manuale, un’accurata selezione, la pressatura soffice delle uve intere in Marmonier, la decantazione statica dei mosti e la precisione in ogni fase della produzione. 1673 Riserva è prodotto con uve chardonnay in purezza; il vino affina sei mesi sulle lisi e riposa oltre 70 mesi sui lieviti. È un lungo e paziente procedimento che permette di ottenere una bollicina fine e fruttata al naso, sapida e ricca al palato, in un delicato equilibrio di armonie gustative che si completano con la persistente mineralità. Al 1673 Riserva, una delle migliori sintesi che il metodo Classico possa esprimere, si affiancano il 1673 Rosé e il 1673 Noir Nature. 1673 Rosé colpisce per il suo colore rosa antico delicato e un perlage finissimo e persistente. La trama setosa è il risultato della lavorazione di piccolissime partite di pinot nero affinate sulle fecce per 8 mesi e, dopo la rifermentazione in bottiglia, una permanenza sui lieviti per 60 mesi. Sorprendenti le note olfattive, che regalano intensi sentori di frutti di bosco, seguite da una pienezza palatale accompagnata da freschi guizzi di rosa canina, ciliegia matura e marzapane. 1673 Noir Nature esalta l’essenza più pura e valorizza l’unicità del terroir di origine, vocato alla produzione di uve per base spumante. È realizzato solo con pinot nero nella versione non dosata per estrarre la massima purezza dalle uve. Acidità, freschezza e salinità definiscono questo spumante grintoso, graffiante ed elegante, dal perlage delicato. Sensazioni complesse, calde e speziate ne completano il bouquet, dove si riconoscono i frutti rossi, pepe e una nota di orzo. www. FOOD AND BEV .it L’enogastronomia a portata di click www.foodandbev.it

16 Food&Beverage | dicembre 2021 Maria Fittipaldi con le figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina: il marchio Donne Fittipaldi è stato creato per i vini della tenuta di famiglia di Bolgheri, acquistata una quindicina di anni fa. L’azienda produce 60 mila bottiglie. L’ultimo nato è Magnetic 2019, Cabernet franc in purezza, avvolgente e vellutato, affinato in contenitori di cocciopesto Lo sguardo magnetico nei vini di Donne Fittipaldi Barbara Amati BOLGHERI Maria Fittipaldi è una bella signora bionda energica e determinata, in più ha quattro figlie, Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, dunque l’azienda vitivinicola non poteva che chiamarsi Donne Fittipaldi. La Tenuta la Pineta, sulla via Bolgherese, è stata acquistata 15 anni fa per caso, ma Maria Fittipaldi si è subito innamorata di Bolgheri, del suo paesaggio, della sua atmosfera, della luce che si riflette sulle vigne. E ha preso molto sul serio l’idea di cominciare a produrre vino, ovviamente con la collaborazione di un agronomo e di un enologo, Stefano Bartolomei ed Emiliano Falsini, ma nella scelta dei blend, come delle etichette, è il consesso femminile che decide e fa le proprie scelte. Anche se ognuna di loro ha la propria professione, si ritagliano sempre il tempo necessario per definire e degustare i vini che sono accomunati da un’impronta femminile che li unisce con un filo logico. Dal 2004 a oggi di passi avanti ne sono stati fatti tanti assecondando il genius loci (46 ettari nel cuore dellaDenominazione Bolgheri) e indirizzandosi verso una produzione di assoluta levatura con quei vitigni bordolesi che hanno dimostrato di offrire risultati qualitativi altissimi in questo angolo di Toscana. Così, si piantano cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, petit verdot emalbec: basse rese per pianta e attenta selezione delle uve. Oggi gli ettari vitati sono 10 e si producono poche bottiglie (in tutto 60 mila), ma di grande qualità come ha dimostrato un incontro al ristorante Cibreo di Firenze, nel bel giardino d’inverno dell’Helvetia & Bristol, che ha accostato alla raffinata cucina fiorentina i vini dell’azienda. Dal N.5 Ancestrale 2019, bel rosato frizzante dal profumi intensi prodotto con uve malbec -inusuali per questo territorio- con il crostino di baccalà, al Lady F Orpicchio 2019, nato da un vitigno di grande carattere salvato dall’estinzione, con l’insalata di trippa, al Bolgheri Rosso 2020, dalla grande trama espressiva e tannini setosi, con il vitello tonnato, al Magnetic 2019, Cabernet Franc in purezza, con il passato di funghi porcini e lo sformato di patate e ricotta con ragù: è un vino intenso, ricco di note fruttate e con una notevole dolcezza. “Magnetic è un rosso prodotto per la prima volta nell’annata 2019 affinato in contenitori in cocciopesto, un materiale inerte già usato dai Romani e dai Fenici che consente un calibrato scambio di ossigeno che contribuisce a rendere il gusto vellutato e armonico -spiega Maria Fittipaldi- Sulla bottiglia c’è l’immagine del mio occhio disegnata da mia figlia Giulia, mentre il nome l’ha pensato mia figlia Valentina. È un vino frutto di una sperimentazione, non è usuale a Bolgheri lavorare in purezza il cabernet franc, ma ci sta dando grandi soddisfazioni: è un rosso profondo, avvolgente, e ne produciamo solo poche bottiglie, 1.200. Ma continueremo a realizzarlo ogni anno”. Infine, il Bolgheri Rosso Superiore 2018, la punta di diamante dell’azienda, un taglio bordolese che matura per 15 mesi in legno: un vino importante, di grande struttura, perfetto con la tartare di Fassona piemontese. Un’azienda tutta al femminile, guidata da una signora determinata che ha voluto produrre vini di qualità elevata non usuali. Come Magnetic, affascinante Cabernet in purezza

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18 Food&Beverage | dicembre 2021 ALTO ADIGE L’alchimia sensoriale di Appius 2017 Appius 2017 è l’ottava edizione del vino da sogno di Hans Terzer, winemaker della Cantina San Michele Appiano (Bz). Questa intensa cuvée di vini bianchi è il frutto di un meticoloso lavoro di selezione e dosaggio delle partite che, mai come nel 2017, è stato determinante nell’ottenere il massimo della qualità da una delle annate più complesse degli ultimi anni. A comporre Appius 2017 sono “selezioni di punta” per metà provenienti da vecchi vigneti. Prevale lo Chardonnay (54%) a cui si aggiungono Pinot grigio (24%), Sauvignon blanc (12%) e Pinot bianco (10%). Veste brillante con riflessi giallognoli, Appius 2017 rivela al naso una perfetta alchimia sensoriale tra le singole varietà, introdotta dal tratto floreale (fiori gialli, come ginestra e tiglio, e fiori bianchi, biancospino e fiore d’arancio) a cui segue la componente fruttata, con note agrumate di mandarino e pompelmo e alcune più rare, come il ribes bianco e l’uva spina. Al palato è fine, elegante e quasi vellutato, sostenuto da una vibrante acidità e da una brillante nervatura minerale e sapida. CAMPANIA Taurasi Aglianico Lucio un vino alla memoria Nella Cantina Terredora di Paolo a Montefusco (Av) ha preso vita il progetto di tre Taurasi Riserva Docg Lucio 2007. Un nuovo cru, dedicato all’enologo Lucio Mastroberardino, venuto a mancare nel gennaio del 2013. Il millesimo è il 2007, annata che gli era cara, di cui è stata realizzata, con un’edizione limitata, una linea di tre vini prodotti dalle uve delle vigne di Taurasi: Lapio, Montemiletto e Pietradefusi. In etichetta l’immagine di Lucio sorridente, tratteggiata in color canna di fucile. Per questi vini la famiglia ha voluto trarre il meglio dalla natura irpina prepotente e rigogliosa che le capacità della famiglia Mastroberardino interpretano per trarre vini dallo stile moderno, dalla personalità e dal carattere ben definiti. Così, la selezione delle uve ha privilegiato tre aree: nella bassa valle del Calore, è stata scelta Pietradefusi, una zona atipica per la produzione di vini d’annata come il Taurasi, ma molto vocata alla produzione di Aglianici giovani, esaltandone la vocazione nella produzione di un Taurasi estremamente morbido, elegante, complesso e armonioso; nella media valle del Calore a Montemiletto le condizioni pedoclimatiche consentono di ottenere un vino austero, complesso, ricco di tannini setosi ed eleganti e da lungo invecchiamento; la media-alta valle del Calore, nel comune di Lapio, dona un Taurasi di grande slancio e struttura, vocato all’invecchiamento. Questi tre Taurasi si caratterizzano per la complessità strutturale, il bouquet ampio, con intense note varietali di amarena, frutti di bosco, prugna e viola, sentori speziati e minerali; i tannini sono eleganti e lasciano il palato piacevolmente vellutato. Sono vini di grande eleganza ed equilibrio, così come è nella tradizione di questa azienda irpina che da sempre firma prodotti autentici e generosi, di grande complessità aromatica. Per la famiglia Terredora ha rappresentato il modo migliore per ricordare Lucio Mastroberardino, figlio di Walter, fratello di Paolo, che è alla guida dell’azienda, e di Daniela: i tre Taurasi sono il simbolo della passione che nutriva per la memoria familiare e la tradizione viticola ed enologica dell’Irpinia. DISTILLATI Ron Anejo 8 anni liscio, dolce e delicato Ron Santiago de Cuba arricchisce la propria gamma con il Ron Anejo 8 anni che si aggiunge a Carta Blanca, Extra Anejo 11 anni e 12 anni. Ron Anejo 8 anni è liscio e delicato con una naturale dolcezza all’olfatto. Prende vita sul palato con note intense, ma perfettamente bilanciate grazie al tempo trascorso a maturare nelle botti di rovere bianco che garantiscono un invecchiamento ottimale: sentori di miele, vaniglia, cacao e frutta tropicale. I Ron Santiago de Cuba sono tutti imbottigliati a un grado alcolico del 40% e sono distillati dalla melassa ottenuta dalla rigogliosa canna da zucchero coltivata solo in questa specifica regione. I Maestros Roneros -i maestri del Ron Cubano- utilizzano blend composti con selezionate riserve maturate e conservate nel magazzino d’invecchiamento, la Nave Don Pancho, nota come la Cattedrale del rum cubano. Rum Anejo 8 anni è distribuito da Rinaldi 1957. NOVITÀdaSTAPPARE

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