N°138 Novembre

68 Food&Beverage | novembre 2021 SARTIERI 1931 Première e Allure, equilibrio e struttura Ènata alla fine del 2020, ma alle spalle vanta oltre cento anni di esperienza. Le radici di Sartieri 1931 partono, infatti, agli inizi del 1900 grazie all’impegno di due famiglie omonime di Borgoratto Mormorolo, nell’Oltrepò Pavese: i Saviotti. Il 1931 è l’anno di nascita di Vitale Perucchini, zio dell’attuale titolare Enrica Saviotti, tornato in Oltrepò negli anni 2000 dove ha contribuito allo sviluppo della nuova azienda. L’Atelier del vino in Oltrepò Pavese è il claim che contraddistingue Sartieri 1931 che vuole legare la produzione ai concetti chiave dell’artigianalità. L’azienda presenta una gamma di dieci etichette che nascono da vinificazioni in purezza e sono testimoni dell’eccellenza del terroir nel quale sono coltivate le vigne di famiglia (in tutto 40 ettari di cui 20 vitati), localizzate nel cuore dell’Oltrepò, a Borgoratto Mormorolo, in località Cà del Sarto. Vanto dell’azienda sono i due spumanti brut metodo Classico prodotti con uve pinot nero in purezza: Première, dal nome della sarta di haute couture, e Allure, un affascinante rosé, entrambi con 6 grammi di zucchero per litro. Première ha colore brillante dai riflessi dorati e un perlage fine e persistente; il bouquet è ampio, si apre con note floreali e fruttate di pesca bianca e agrumi che si combinano armonicamente con sentori di pepe verde e miele di acacia. L’affinamento in bottiglia di 36 mesi regala al naso il tipico aroma di boulangerie e lo rende, al palato, un vino croccante, fresco, verticale e sapido; è uno spumante dal grande equilibrio, raffinato e armonico che si conclude in bocca con note di frutti selvatici. Piacevole ed elegante, Allure è caratterizzato da una grande personalità e da una struttura inconfondibili. Il naso è floreale, fruttato e rivela note di ciliegia e fragolina di bosco; si chiude con una nota croccante che regala una bella complessità aromatica. La bocca prolunga il naso offrendo sapori delicati e cremosi di frutti di bosco impreziositi da un’effervescenza di grande delicatezza e persistenza. Il pinot nero vinificato in purezza gli dona un’importante struttura. Entrambi questi spumanti sono perfetti da aperitivo, ma anche ideali per accompagnare zuppe, vellutate, cene di pesce e piatti vegetariani. SPECIALE Una recente indagine di Wine Intelligence, leader nelle ricerche sui consumatori di vino, dà conto di alcune tendenze che stanno emergendo circa gli spumanti nei principali mercati di consumo “anglosassoni”: Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia. Mercati molto importanti per l’export di vino italiano che a luglio ha sfiorato i 4 miliardi di euro, grazie all’aumento delle spedizioni, rispetto allo stesso periodo del 2020, del 6% in quantità e del 15% in valore (elaborazioni di Ismea e Unione Italiana Vini su dati Istat). Dato che rende sempre più a portata di mano il traguardo dei 7 miliardi di valore dell’export di vino italiano auspicati a fine anno. In particolare, il Regno Unito è una delle destinazioni più importanti per le bollicine made in Italy, anche se la Brexit sta rendendo meno facile il cammino Oltremanica, tant’è che sono arretrate del 6% in volume restando, tuttavia, stabili in valore. La bella notizia circa l’export è che sono aumentati i valori medi grazie a una domanda orientata Per quanto riguarda gli spumanti, sono diversi i clienti dalla ristorazione che si avventurano verso etichette meno conosciute. Questo stimola i ristoratori a inserirne in carta sempre di più, anche se rimane fondamentale il rapporto con i produttori. Con alcune aziende si crea nel tempo un rapporto fiduciario cementato anche dalla corrispondenza fra l’offerta vinicola e la carta del ristorante. A fianco, le uve di Sartieri 1931

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