N°137 Settembre Ottobre

55 Food&Beverage | settembre-ottobre 2021 SPECIALE Il “rimbalzo” tanto atteso è realtà. Anche se la pandemia non è ancora un ricordo, l’economia ha ricominciato a marciare e il vino italiano, in particolare grazie all’export, è in ripresa. La perdita nel complesso si è attestata al -4,1% del fatturato nel 2020 sul 2019, ma è una media e quindi dei distinguo sono necessari. L’impennata delle vendite nei mesi primaverili ed estivi del 2021, tanto da ritornare e in alcuni casi superare i fatturati pre-pandemia, ha riguardato soprattutto le aziende con brand affermati. Quelli che, conosciuti dai consumatori, hanno beneficiato di una rendita di posizione guadagnata negli anni. Meno bene sono andate le realtà non ancora abbastanza note o appena affacciatesi sul mercato. Lo conferma il report Vino e spirits: le sfide di un’eccellenza italiana di Mediobanca, Sace e Ipsos che stima una crescita del 3,5% sul 2020 delle realtà del vino forti nelle esportazioni e con un fatturato oltre i 50 milioni di euro. Esportazioni di vino che nel primo semestre 2021 -secondo i recenti dati dell’Osservatorio del vino di Unione italiana Vini (Uiv) sui dati Istat- hanno addirittura superato per la prima volta quota 3 miliardi di euro (3,3 per la precisione), un valore che proietta le aspettative per questo primo anno post-pandemico oltre la soglia dei 7 miliardi, un record assoluto nella storia dell’industria vinicola italiana. Un dato, dovuto alla ripresa dei consumi nei principali Paesi clienti, particolarmente positivo visto che supera la media del periodo pre-Covid (2015/18). Questo potrebbe voler dire che dal punto di vista economico la pandemia potrebbe essere archiviata per il settore come una parentesi senza strascichi. Il segmento dei vini confezionati nel primo semestre 2021 ha eguagliato le performance del 2019 (+6%) e in particolare sono gli spumanti ad aver avuto ritmi straordinari di crescita negli Usa e in Germania. Negli Stati Uniti, infatti, gli spumanti italiani hanno segnato un incremento del 75% sulla media 2015/18, contro il 45% raggiunti da quelli francesi. Sui vini confezionati, sempre in rapporto alla media pre-pandemia, in Usa il 2021 segna un incremento del 12% contro il 2% del 2019, in Germania la crescita è del 18% contro il 5% e in Canada è del 19%. contro il 4%. Ci sono però anche Paesi dove non sono tutte rose e fiori: in Gran Bretagna vi è stato un peggioramento rispetto ai ritmi già negativi del 2019 (-8% contro -4%) e in Giappone il dato è leggermente negativo contro una crescita del 12% registrata prima dello scoppio della pandemia. Tuttavia il Covid-19 non ha inciso “soltanto” sul quadro economico, ma ha indotto profondi cambiamenti che rimarranno nel tempo. Sono cambiati gli equilibri tra i canali di acquisto con la Grande distribuzione organizzata (Gdo) e le vendite on line sono cresciute, mentre l’horeca ha subito un duro colpo e sta lentamente riguadagnando il terreno perduto. L’incidenza della Gdo -secondo i dati Mediobanca, Sace e Ipsos- è salita al 38% rispetto al 35,3% del 2019 con una crescita in valore inferiore pari al 2,7%. Il canale horeca si è contratto dal 17,9% al 13,4% con una enorme perdita in valore (-32,7%), mentre winebar ed enoteche sono passate dal 7% al 6,7% (-21,5%). In seguito alle condizioni imposte dalla pandemia, distanziamento e lockdown, l’online è schizzato in alto: le vendite sui portali web di proprietà hanno segnato un +74,9%, mentre quelle sulle piattaforme online specializzate e sui marketplace generalisti sono aumentate addirittura, rispettivamente, del 435% e del 747%. Il fenomeno è stato accompagnato dagli investimenti dei produttori più La riapertura dei locali in Italia e all’estero sta producendo uno scatto in avanti dei vini di fascia più alta. E anche l’horeca è in recupero. La strada però è ancora lunga per ritornare ai valori del 2019, ma le aziende presentano nuove etichette e packaging innovativi dimostrando notevole resilienza Clementina Palese La primavera-estate del 2021 ha portato buone notizie per il vino italiano in particolare per le etichette più note. Il report di Mediobanca, Sace e Ipsos stima una crescita del 3,5% rispetto al 2020 e l’export è arrivato a 3,3 miliardi di euro. Se continuasse così a fine anno potrebbero essere superati i 7 miliardi di euro: un record Il vino riparte e corre innovando e valorizzando

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