N°136 Giugno Luglio

64 Food&Beverage | giugno-luglio 2021 liano per far capire alle istituzioni che esiste un’altra categoria di vino che ha pari dignità del bianco e del rosso, per fare formazione e far comprendere a operatori e consumatori l’importanza del vino rosa -spiega il presidente Franco Cristoforetti che ricopre la stessa carica nel Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino e del Bardolino- Purtroppo le attività di promozione e valorizzazione sono state penalizzate dalla pandemia, ma siamo già ripartiti per mettere a fattor comune gli sforzi che ognuna delle Denominazioni sta facendo. In Italia abbiamo vini differenti per stile e, lungi da obiettivi di uniformità, ogni Denominazione deve trovare la propria identità e lavorare per comunicarla e valorizzarla”. Con OggiRosa le attività di Rosautoctono sono ripartite. Dal 18 al 21 giugno a Bardolino, sulla sponda veronesedel Lagodi Garda, leDenominazioni aderenti si sono presentate al pubblico insieme al Prosecco Rosé Doc. Una sinergia che potrebbe far immaginare una futura collaborazione tra i due I vini rosati hanno conquistato il loro posto al sole con consumi che valgono quasi il 10% del totale nazionale. Tra il 2015 e il 2020 l’incremento è stato del 118%, ma secondo l’International Wine & Spirit Reasearch (Iwsr) si tratta di un mercato ormai avviato verso la maturità e che non dovrebbe dare sorprese nei prossimi anni. E sono sempre di più le aziende che scelgono di produrre rosati di livello, come il TJ dell’Agricola Tamburini SPECIALE  AGRICOLA TAMBURINI TJ, freschezza e longevità per un vino di famiglia Ci sono due piccole rivoluzioni, dietro il nuovo vino TJ dell’azienda agricola Tamburini di Gambassi Terme (Fi), in Toscana: da un lato la scelta di produrre per la prima volta un rosato, che va a completare una linea che già annovera quattro Igt (bianchi e rossi), due Docg Chianti, un Docg Brunello di Montalcino e un vinsanto del Chianti; dall’altro l’innovazione del tappo a vite Stelvin per esaltare la freschezza del vino. Il nome della nuova etichetta, TJ, deriva dalle iniziali dei cognomi dei suoi due artefici: Emanuela Tamburini, titolare dell’azienda e presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, e il marito Michele Jermann, di origini friulane. “Da tempo -spiega Emanuela Tamburini- volevamo misurarci con questo tipo di vinificazione, che si è trasformata in un progetto più ampio con la decisione di una chiusura con tappo a vite”. Quest’idea, in particolare, proviene dall’esperienza di Michele Jermann: “Il tappo a vite mantiene integre le qualità organolettiche dei nostri vini, sia per il rosato TJ, sia per il bianco Il Castelluccio, in seno a un restyling dell’immagine aziendale con il nuovo logo Tamburini”. Come accade per un figlio -non a caso il vino è dedicato alla figlia Mariadele- anche l’etichetta di TJ reca i caratteri dei suoi ‘genitori’: il giallo acceso ricorda infatti i bianchi friulani di Michele Jermann, mentre il rosso richiama il Sangiovese con cui è prodotto. In fondo, è un tratto distintivo dell’azienda: ogni vino Tamburini ricorda le origini e le tradizioni familiari, dal Chianti Italo Riserva dedicato al nonno, fino al Chianti TheBoss legato al papà Mauro. Nel caso di TJ, le uve vengono raccolte a mano e rimangono a contatto con le bucce per circa 24 ore, permettendo l’estrazione del colore e delle componenti aromatiche più delicate, preservando la freschezza e l’aromaticità del Sangiovese, il mosto fermenta poi in acciaio inox a 16°C. Con una produzione iniziale di 6 mila bottiglie, TJ esprime equilibrio, piacevolezza e potenza aromatica, oltre a una persistente freschezza e longevità. Dal colore rosa tenue, al naso presenta profumi di fragola fresca, richiami di viola e buccia d’agrumi. Al palato è vivace, sapido, armonioso ed equilibrato. Ideale come aperitivo, può accompagnare focacce, salumi e formaggi freschi, così come primi piatti di carni bianche, crostacei e pesce, senza tralasciare la pizza.

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