N°136 Giugno Luglio

49 Food&Beverage | giugno-luglio 2021 DomPérignon su cosa significhi prendersi dei rischi. Si tratta di un approccio ispirato dall’intuizione, ma applicando la conoscenza. Per la prima volta, si è deciso di lasciare ossidare e scurire il vino nella pressa, in modo da alleggerire una struttura tannica troppo imponente. Poi si è aumentato il Pinot Noir, in proporzioni mai provate prima nel nostro assemblaggio, per dare maggiore equilibrio agli Chardonnay, dal carattere più simile a un Borgogna che a uno Champagne”. Dal 2003, Dom Pérignon ha assecondato la natura e ha assimilato i cambiamenti climatici per perseguire un’intensità sempre maggiore nei suoi Champagne cercando di preservarne la freschezza. L’ha fatto con lungimiranza, mettendo in atto modifiche strutturali a livello di viticoltura e di pratiche enologiche: da allora, ci sono state quattro vendemmie ad agosto, e in ognuna di esse c’è una eco del 2003. Dom Pérignon è stata una delle poche Maison a interpretare il 2003 e, oggi, Dom Pérignon Vintage 2003 Plénitude 2 offre la possibilità di rivivere in modo differente questa annata: “La creazione del 2003 è stata un impegno a farlo maturare, fino a vederlo raggiungere la sua Plénitude 2, per dargli una seconda vita: il massimo dell’intensità unito al massimo della freschezza. Il sorso è entusiasmante per vitalità e ricchezza, con note di verbena secca, arancia e sottobosco su una bocca profonda -sottolinea Chaperon-Danza più alto, parla più forte, la sua vibrazione è più profonda, l’energia inesauribile grazie a 11 anni supplementari trascorsi sui lieviti, rispetto al vintage rilasciato nel 2010. ll rischio ha un gusto? -si è chiesto Chaperon- In questo caso è molto fisico: l’energia, ma anche la personalità. Questa Plénitude 2 ci ha costretto ad alzare l’asticella e a spostare le frontiere. Ha più freschezza grazie alla tecnica e più intensità grazie alla natura. È più di tutto. Si potrebbe paragonare ad annate come 1976, 1959, 1947. In bocca non c’è traccia di cedimenti o ossidazioni: penso ci siano tutte le potenzialità per proseguire sulla strada del P3…”. Dom Pérignon Vintage 2003 uscì nel 2010 e produrlo fu una sfida, vista l’annata problematica in cui si toccarono gli effetti del cambiamento climatico che portò a una vendemmia molto precoce. E, oggi, dopo 11 anni di riposo nelle cantine dell’Abazia di Hautvillers, Dom Pérignon Vintage 2003-Plenitude 2 rivive in modo differente l’annata: il massimo dell’intensità unito al massimo della freschezza, con un sorso entusiasmante per vitalità e ricchezza

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