N°135 Aprile Maggio

64 Food&Beverage | aprile-maggio 2021 imparando ad apprezzarli e questo ha fatto crescere la cultura del vino. In Italia, il vino, bianco o rosso, fino a non tanti decenni fa era considerato un alimento: con pane e vino si campava, quindi doveva essercene tanto e costare poco. E poi c’è anche una differenza legata alla morfologia del territorio: conmolte zonemontuose il nostro spazio per l’agricoltura è risicato, molto vasto il loro, tale da permettere il lusso di lasciare i boschi in cima alle colline. In Francia e in Germania si producono vini bianchi da affinamento per le caratteristiche stesse dei terroir e di alcune varietà, riesling in testa, ma anche da noi abbiamo grandi potenzialità confermate da assaggi di vini di vecchi millesimi che ho avuto la fortuna di degustare, trovandoli ancora freschi e piacevolissimi”. Sulla stessa lunghezza d’onda, nella spinta dei bianchi affinati, si muove Pellegrini, storico importatore e distributore di Cisano Bergamasco (Bg) di numerosi marchi di vini e distillati di qualità, che ha Da parte degli operatori c’è la spinta a proporre bianchi affinati pronti a uscire sul mercato qualche anno dopo la vendemmia. Sono vini ricercati soprattutto dalla fascia più alta della ristorazione che può proporli anche perché si rivolge a un pubblico con una maggior cultura enologica. Nella foto, i vigneti dell’azienda Di Meo, in Irpinia, che ha avviato il progetto Linea Tempo Di Meo, con vini affinati a lungo SPECIALE DI MEO Il tempo affina Vittorio 2007 ed Erminia 2003 L’azienda agricola Di Meo di Salza Irpina (Av) ha scelto fin dall’inizio di produrre vini a partire dalle varietà autoctone più diffuse in Irpinia, come il fiano, il greco, l’aglianico e la falanghina. E l’ha fatto puntando sul raggiungimento di una qualità elevata, che distinguesse la cantina come una delle migliori realtà campane. Oggi l’azienda è gestita da Roberto, enologo, e da Generoso, e ciò che più sorprende e conquista è la filosofia produttiva portata avanti da Roberto Di Meo che punta ad offrire vini non solo d’annata, ma di lungo affinamento, in particolare i bianchi di cui la Campania è eccellente produttrice. Ed ecco il Greco di Tufo Vittorio 2007, dedicato al papà, e il Fiano di Avellino Erminia 2003, un omaggio alla sorella scomparsa: due speciali riserve della Linea Tempo Di Meo, un progetto sul lungo affinamento dei vini bianchi d’Irpinia, iniziato alla fine degli anni ’90. Si tratta di vini da singola vigna, prodotti in quantità limitata e solo nelle annate più promettenti, affinati solo in acciaio e in bottiglia per lunghi anni. Greco di Tufo Vittorio Docg 2007 è prodotto con uve raccolte dopo una leggera surmaturazione; segue la macerazione sulle bucce, la fermentazione a temperatura controllata e almeno 36 mesi di affinamento, di cui 18 in acciaio e 18 in bottiglia. Dal colore giallo dorato brillante ha un fine bouquet di cedro, mela renetta e propoli a cui si aggiungono richiami minerali di pietra focaia e ardesia, oltre a una lieve nota idrocarburica. Caldo e avvolgente, dal sorso equilibrato, fine ed elegante ha un’appropriata acidità e mineralità. Il Fiano di Avellino Erminia 2003 rappresenta il limite estremo della linea con i suoi 15 anni di affinamento. Dopo raccolta manuale, diraspatura e pressatura soffice, macerazione sulle bucce, fermentazione a temperatura controllata, il vino sosta in acciaio per 8-10 anni e affina in bottiglia per 3-5 anni; Erminia ha colore giallo dorato brillante con bouquet ampio e molto caratteristico: una leggera coltre fumé, tipica del vitigno, fa da sfondo a profumi che emergono lentamente, soprattutto note di fiori gialli, toni di resina, melassa e cera d’api. La bocca è segnata dall’equilibrio tra freschezza e sapidità. Morbido, persistente, con una buona componente alcolica, è un vino dalla sorprendente personalità.

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