N°135 Aprile Maggio

51 Food&Beverage | aprile-maggio 2021 tartufo e del processo di micorizzazione- Dal ’99, però, è iniziato un programma di ricerca congiunto fra i Vivai Robin e l’Inrae che nel 2008 è approdato alla micorizzazione di alcune piantine di roverella e carpino bianco. Le piante messe in una zona non vocata a tartufo bianco in Aquitania, nel 2019 hanno iniziato a dare i loro frutti dopo quattro anni dalla messa a dimora”. I risultati scientifici di questo lavoro sono stati pubblicati in febbraio sulla rivista Mycorrhiza: la produzione di corpi fruttiferi di T. magnatum in una piantagione al di fuori della sua area di distribuzione naturale è una prima mondiale e potrebbe aprire nuove prospettive inimmaginabili, allo stato attuale, sul mercato di questo prodotto. Per ora il procedimento sembra essere molto delicato e i terreni che non sono naturalmente vocati devono essere trattati per accogliere il prezioso ospite. Lo stesso dicasi dei tempi, abbastanza lunghi, di attesa dei risultati. Ciò in qualche modo sembrerebbe preservare la rarità di questo prodotto e ovviamente il suo valore di mercato. Ma si sa, la ricerca fa passi da gigante e il mercato sembra essere promettente. Quindi, trifulau e cani lagotto potrebbero avere un futuro meno facile? Il programma di ricerca per la produzione di tartufo bianco è stato avviato nel 1999 e nel 2008 si è arrivati alla micorizzazione di alcune piantine di roverella e carpino bianco. Le piante messe in una zona non vocata a tartufo bianco in Aquitania, nel 2019 hanno iniziato a dare i loro frutti dopo quattro anni dalla messa a dimora. Il procedimento è molto delicato e i tempi lunghi, ma è indubbio che per questo pregiato prodotto si aprano nuove, interessanti prospettive

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