N°135 Aprile Maggio

34 Food&Beverage | aprile-maggio 2021 RICERCHE L’agricoltura 4.0 punta sulle tecnologie L’emergenza Covid19 ha messo sotto stress il settore agroalimentare diminuendo la disponibilità di manodopera, aumentando la pressione sulla logistica distributiva e riducendo le vendite nel canale horeca. Queste difficoltà, soprattutto durante il primo lockdown, hanno rallentato anche il mercato dell’Agricoltura 4.0, che è ripartito di slancio nella seconda parte dell’anno, raggiungendo un valore di 540 milioni di euro nel 2020 (circa il 4% del mercato globale) e registrando una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento pre-pandemia. I dati emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, secondo la quale la spesa è trainata dalle soluzioni di Agricoltura di Precisione -gli strumenti tecnologici a supporto delle attività in campo- come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), e i macchinari connessi (30%). Anche le imprese della trasformazione alimentare sono aperte all’innovazione e alla sperimentazione di soluzioni 4.0, anche se spesso legate a tecnologie di base. L’87% delle 135 aziende analizzate dall’Osservatorio applica o sperimenta almeno una tecnologia digitale, principalmente nei processi distributivi e produttivi, fra le quali spiccano i software di gestione dei fornitori e del magazzino (75%) e i dispositivi portatili (57%). Non mancano, però, realtà che si concentrano su tecnologie più innovative: soprattutto Data Analytics (il 19% le applica, il 9% le sperimenta), Cloud (18% e 10%), IoT (16% e 10%), Advanced Automation (13% e 3%) e Blockchain (2% e 6%). Le aziende utilizzano le soluzioni digitali principalmente per rendere più efficienti i processi produttivi (52%), ridurre la distanza col consumatore (47%) e migliorare la gestione logistica e la tracciabilità (45%). La tracciabilità alimentare è uno degli ambiti in cui le aziende stanno maggiormente utilizzando il digitale (89% del campione), che genera i maggiori benefici per il settore ed è in cima alle preferenze di investimento. BUSINESSNEWS SHOPPING Marr si allarga nell’ittico con Verrini Marr decide di crescere nel settore ittico e acquisisce il Gruppo Verrini. La società del Gruppo Cremonini ha acquistato la totalità delle quote di una società neo costituita in cui saranno conferite tutte le attività della Antonio Verrini & Figli, incluse quelle di lavorazione e commercializzazione di prodotti ittici, e di Chef, che ha in affitto l’azienda Chef Seafood. La società acquisita opera tra Liguria e Versilia grazie alla base di Genova e a cinque centri distributivi lungo la costa ligure, mentre a Viareggio vanta una flotta di cinquanta automezzi refrigerati. Il fatturato 2019 è stato di 58 milioni di euro, scesi a 48 milioni durante l’ultimo anno, per due terzi ottenuti con la vendita di pesce fresco. Il management della società è stato confermato con Manuel Verrini che mantiene il ruolo di Amministratore delegato. Marr nel 2019 ha realizzato ricavi totali consolidati per 1.695,8 milioni di euro, un Ebitda consolidato di 128,5 milioni di euro e un utile di Gruppo di 66,6milioni di euro. FATTURATI Bilancio positivo per la Umberto Cesari La Umberto Cesari ha chiuso il 2020 mantenendo le posizioni, gettando le basi per i prossimi anni attraverso un approccio di innovazione responsabile. Uno sguardo proiettato al futuro che si è concretizzato con l’approvazione di un piano di investimenti 2021-2023 superiore del 10% rispetto a quanto precedentemente stanziato per attività di cantina, viticoltura biologica, ricerca e sostenibilità. Il fatturato vede una crescita dello 0.5% rispetto al 2019. Il trend positivo è trainato da referenze quali Liano e Sangiovese Riserva che raccontano il territorio attraverso la valorizzazione del sangiovese. Cresce di quasi il 20% il settore della Grande distribuzione, a fronte dell’inevitabile calo nell’horeca legato alle chiusure dovute alla pandemia. I vini sono distribuiti in 60 Paesi e il mercato che registra i migliori risultati è quello Nord Americano dove si è registrato un +10% rispetto alla crescitamedia del mercato del 2%. Nella foto, l’Amministratore delegato Gianmaria Cesari.

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