N°134 Febbraio Marzo

88 Food&Beverage |febbraio-marzo 2021 C’è un’immagine che chiarisce l’essenza di ElenaMontemoli: lei, alle tre di notte, chiuso il locale (in tempi non Covid), che rincasa in bici per le vie di Bologna. C’è la notte, con le sue luci discrete, i silenzi anomali. Ci sono solitudine e tranquillità, affascinanti perché temporanee. Ci sono la libertà e la poesia di sentirsi regina della città, pedalando sul pavé, leggera e silenziosa come la neve che cade. Toscana, ma convinta di essere “figlia del mondo”, dopo la formazione psicopedagogica si trasferisce a Roma per frequentare l’Università: Organizzazione di eventi culturali. Poco più di vent’anni e un cuore condiviso tra l’energia della chitarra elettrica e la riflessività dell’indagine antropologica. “Studiavo e suonavo in una band -racconta- dopo un concerto o le prove, andavamo a bere in quell’ora magica in cui il barman diventa amico e il drink un’esperienza di vita, confronto, conoscenza. Ero affascinata da tutto, dallo sfavillio dei bicchieri all’intimità che il banco bar favorisce. Così ho deciso di provare a essere dall’altra parte”. Sulla scia di questa suggestione notturna, nel 2012 inizia a seguire corsi di mixology. I primi anni sono esperienze varie, soprattutto stagioni estive nella natìa Marina di Grossetto, una scuola importante che le lascia la convinzione che dedicarsi all’ ospitalità non prevede forme di snobismo. “È chiaro che trovo stimolante fare educazione alcolica, è bello percorrere una strada con il cliente, gratificante essere ascoltati e spezzare convinzioni e pregiudizi: ‘Non bevi whisky? Assaggia questo drink e poi dimmi’ ”. Fermo restando, però, ricorda la bar manager di Casa Minghetti, che è una questione di fiducia: va guadagnata con il tempo, non pretesa. Nel 2015 parte con la band per Copenaghen e trova nel minimalismo nordico una dimensione congeniale. Come a Roma, concerti o prove sono l’occasione per frequentare i locali più interessanti e da lì a passare dietro il bancone il passo è breve. Quattro anni di straordinaria crescita personale, li definisce, un arricchimento, non tanto dal punto di vista della tecnica quanto della modalità di interazione con il cliente e dell’impronta lavorativa manageriale. Oltre a qualche novità in fatto di miscelazione, come l’utilizzo degli infusi. Tornata in Italia, Elena porta con sé la forza di una cultura schietta e poco incline alle apparenze. Nel 2017 approda a Bologna, a Casa Minghetti, locale raffinato che unisce alla ristorazione l’amore per il beverage, avvolgendo il cliente di calore e appartenenza. Qui trova un maestro, Andrea Panizzi, che prima la guida nell’affinare il suo talento e poi le lascia “in eredità” il ruolo di bar manager. A Casa Minghetti, oggi, la creatività di Elena Montemoli ha trovato lo spazio per esprimersi in tutte le sfaccettature, dalla sensibilità artistica e culturale alle doti di empatia, dalla mentalità ordinata e rispettosa all’intensa passionalità di un’anima rock. Per respirarne tutta la forza non resta che cercarla nei suoi drink. SPIRITBARMAN I cocktail del dopo concerto assaggiati con la sua band l’hanno indirizzata verso la mixology. Così, oggi nel locale di Bologna di cui è bar manager, le piace fare educazione alcolica conquistando la fiducia del cliente Manuela Caspani L’anima rock di Elena nei drink di Casa Minghetti IL COCKTAIL Emoticon 30 ml Calvados 30 ml Vermouth Rosso Superiore 10 ml Scotch whiskey 5 ml peated whiskey 70 ml Kombucha alle ciliegie Metodo: throwing; bicchiere: flûte

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