N°134 Febbraio Marzo

52 Food&Beverage |febbraio-marzo 2021 Il Conegliano Valdobbiadene bissa il successo del 2019 PROSECCO La Docg veneta chiude l’annus horribilis con 92 milioni di bottiglie e 525 milioni di euro. La capacità di adattamento delle imprese, il rafforzamento del management e la virata verso la Gdo Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, sottolinea la capacità di adattamento e la serietà di Consorzio e aziende nell’affrontare la nuova situazione di mercato dovuta alla pandemia adottando misure come la riduzione delle rese e lo stoccaggio sulla vendemmia 2020 Clementina Palese I bilanci di chiusura del 2020 funestato dal Covid non sono stati rosei per molti vini italiani. A fare eccezione il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg che a fine 2020 ha certificato ben 92 milioni di bottiglie, e un fatturato di 525 milioni di euro, raggiungendo il record toccato nel 2019. Un traguardo inimmaginabile vista la pandemia, ottenuto, come sottolinea Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela, grazie alla maestria di 3.500 produttori capaci di “estrarre” le qualità di un vino eccellente da quel bellissimo territorio riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco per l’interazione tra uomo e natura. “Anche se non è stato semplice -aggiunge il presidente- abbiamo raggiunto veramente un risultato storico. Le aziende della Denominazione hanno dimostrato capacità di adattamento alla situazione e serietà nell’affrontare la realtà di mercato che ci minacciava soprattutto in primavera anche con lemisure severe che siamo stati costretti ad adottare”. Il riferimento è alle azioni del Consorzio per governare l’offerta che hanno, tra l’altro, imposto la riduzione delle rese e lo stoccaggio sulla vendemmia 2020, come sulla 2019. “Misure improntate alla prudenza -spiega Nardi- per garantire il valore del Prosecco Superiore Docg guardando a una sempre maggior integrazione con il territorio e la sua cultura. Gli oltre 90 milioni di bottiglie che, come abbiamo visto nel 2020, i consumatori continuano a preferire, il riconoscimento a Patrimonio Unesco delle nostre colline e le scelte green, come l’eliminazione dell’uso del glifosate che ci ha reso l’area coltivata libera da questo diserbante più vasta in Europa, definiscono l’identità culturale del nostro prodotto basata sulla vocazionalità, sul rispetto e sulla bellezza territorio”. A completare il quadro e le ragioni di questo risultato in controtendenza -certificati dal Rapporto EconomicoannualedellaDocg- sono il rafforzamento delle 192 Case spumantistiche, in cui sono cresciute le persone nei ruoli più qualificati e dedicati al commercio estero, la crescita dell’enoturismo per quel che si è potuto nel 2020 e, infine, l’importante spostamento delle vendite in particolare sulla Grande distribuzione, che ha fatto fronte alla drastica riduzione nella ristorazione, sui negozi di prossimità, sulle consegne dirette e sull’e-commerce. Fenomeno, quest’ultimo, che ha interessato molte realtà enologiche e che potrebbe consolidarsi anche nell’Italia post Covid, in ritardo su quanto accaduto precedentemente in altri Paesi. Nel 2020 la Grande distribuzione è stata il canale preferenziale per il vino e non solo durante i mesi del lockdown, ma anche dopo, compensando in parte anche la flessione delle esportazioni. Le vendite di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg fino a ottobre sono cresciute in Italia del 16,9% a valore e del 18,7% a volume (dati Iri Infoscan) registrando un incremento del 12,9% negli ipermercati, del 19,2% nei supermercati e del 9% nei piccoli supermercati, con incrementi di fatturato più elevati al Nord Ovest (20,2%) e al Nord Est (18,2%), con Centro e Sardegna attestati all’11,3% e il Sud al 12,2%. È chiaro come

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