N°133 Dicembre

79 Food&Beverage | dicembre 2020 tè stile viennese, locali storici o design cafè suscettibili di diventare nuovi classici. Ci sono l’ Odeondi Zurigo, seconda casa per scrittori, pittori, musicisti durante l’esilio della grande guerra (era facile incontrarvi Albert Einstein), e ilGrand Café al Porto , salotto buono di Lugano dal 1803, frequentato da Giuseppe Mazzini, Clark Gable, l’Aga Khan e Sophia Loren. C’è ilZum Kussdi Basilea, trasformato da obitorio in Kultur Bar dagli architetti Christ & Gantenbein. E ci sono quei nuovi luoghi d’incontro, scambio e decompressione urbana rappresentati dalle caffetterie dei musei. Da quella nel Musée d’Ethnographie di Neuchâtel, dove giganteggiano due magnifiche pitture murali di Hans Erni, gigante della pittura svizzera del XX secolo, alle eleganze neoclassiche delMuseumscafé nel Bündner Kunstmuseum di Coira, che vale una visita anche solo per la collezione di espressionisti tedeschi e del gruppo Rot-Blau. Da noi l’associazione Locali storici d’Italia ne conta quasi 220 tra i più antichi e prestigiosi, riuniti in un volumetto illustrato al tratto, come usava nelle guide ottocentesche, che ogni anno li racconta in un accattivante itinerario tematico. Filo rosso del 2020, quell’allegra alchimia di spiriti che oggi viene chiamata mixology. Un viaggio tra un cocktail e un distillato, che parte - ça va sans dire - dalCamparinoin Galleria Vittorio Emanuele, a Milano (ci andavano Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e i futuristi), dove la storia dell’aperitivo è diventata leggenda, per dipanarsi in una lunga teoria di feudi custodi dell’arte del miscelare. DalMeletti di Ascoli Piceno, culla dell’“anisetta con la mosca” (un semplice chicco di caffè), che piaceva tanto a re Vittorio Emanuele e a Renato Guttuso, al Lavena di Venezia, frequentato da Richard Wagner e, attraversata la piazza, all’ineludibile Florian , la “bottega del caffè” più antica d’Europa ancora in attività, che festeggia tre secoli di storia. Qui Giacomo Casanova corteggiava le sue vittime e James Bond, nel film Solo per i tuoi Il pittore austriaco Gustav Klimt, fra un quadro e l’altro, amava bere un caffè al Central di Vienna frequentato anche da personaggi come Sigmund Freud, Arthur Schnitzler, Egon Schiele, Karl Kraus ed Elias Canetti. Anche Franz Kafka, a destra, a Praga non disdegnava la frequentazione dei locali della capitale. Ernest Hemingway, al centro, celebrò in “Fiesta” il Botìn di Madrid, mentre Albert Einstein si poteva incontrare all’Odeon di Zurigo

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