N°133 Dicembre

39 Food&Beverage | dicembre 2020 attività di produzione di vino. Dieci anni fa Ruinart decise di estendere questo metodo a tutta la produzione. Un approccio globale è essenziale: nel trasporto, nelle soluzioni per il packaging, ma anche nella scelta di artisti per una collaborazione. Nella sede della Maison, a Reims, il 98,7% di tutti i rifiuti vengono riutilizzati e tutti i sottoprodotti del processo di vinificazione sono riciclati al 100% -continua Panaïotis- Il terroir della Champagne è la fonte dell’eccellenza dei nostri vini: abbiamo la responsabilità di proteggere e preservare questo ambiente naturale: siamo una cantina consapevole impegnata nel salvaguardare la natura, i suoli, il know how di tecniche artigianali. Inoltre, il cambiamento climatico, già in atto nei vigneti, con un innalzamento di 1° C dal 1971 a oggi, ha portato ad annate calde che hanno avuto conseguenze sulle vendemmie: dal 2003 si è vendemmiato in agosto tre volte, nel 2003, 2011 e 2018, e anche quest’ultimata annata è stata calda e ci spinge a lavorare molto sul tema delle uve sostenibili e della biodiversità”. La texture non è liscia, al contrario la sua matericità ricorda le pareti di gesso delle crayère delle cantine di affinamento. Second skin, presentata nel giugno scorso, è stata lanciata gradualmente in Europa a partire da ottobre, destinata alle enoteche e, in futuro, alla ristorazione. Per ora la Maison ha scelto di utilizzarla per due delle sue più iconiche cuvée, Ruinart Rosé e Ruinart Blanc de Blancs, ma in seguito sarà utilizzata anche per gli altri Champagne

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