N°133 Dicembre

3 Food&Beverage | dicembre 2020 EDITORIALE Barbara Amati amati@foodandbev.it i Pensieri in libertà 020 : questo tremendo anno bisestile sta finendo e ci teniamo a ringraziare i nostri lettori e i nostri sostenitori. I numeri non tornano, abbiamo pubblicato meno fascicoli, ma ci siamo impegnati sempre tanto per confezionare una rivista che portasse notizie, stimoli e informazioni puntuali al nostro target di riferimento: ristoranti, enoteche, winebar, hotel… A questo proposito abbiamo continuamente aggiornato il nostro elenco personale dei locali da raggiungere basandoci su un nostro particolare algoritmo che seleziona i meritevoli in base a quattro diverse piattaforme di ricerca, considerando sia i voti migliori, sia le quantità degli utenti che hanno espresso il proprio parere, per decidere di premiare ed elevare nella nostra classifica dei locali da raggiungere. Ma anche quelli da mettere in stand by in attesa di tempi migliori. La situazione, infatti, è più che fluida. Fra nuove aperture e chiusure obbligate il panorama dei locali è in continuo movimento. Ci sono state chiusure anche repentine di progetti che, al di là della pandemia, non avevano le spalle larghe. E altri che con coraggio sono andati avanti e non si sono persi d’animo nonostante la situazione resti difficile. E il futuro incerto, aggrappato a un vaccino. Abbiamo scritto tanto, ci siamo impegnati per trasmettere le nostre passioni e per valorizzare al meglio i prodotti di chi ha investito con noi senza tirarsi indietro anche in un anno complicato come questo. La forza della carta è che resta sulle scrivanie, negli scaffali, nei pensieri di chi ci ha letto. Crediamo nel web, ma la notizia è effimera e passa con la velocità di un click: raggiunge tanti, ma in quanti vanno oltre al titolo e all’occhiello? Quanti accedono ai vari siti per approfondire e si imbattono nei tremendamente fastidiosi banner nei cookie che s’infiltrano nella nostra privacy? Saranno notizie recenti o datate e superate? Sarà una bufala o verità? Tanti scrivono di food e beverage e spesso straparlano o giudicano prodotti dopo un basico corso sommelier di quattro ore, molti sono considerati influencer, ma l’unico scopo che hanno è l’autopromozione, la propria valorizzazione in primisper raggiungere il record di visualizzazioni. In un mare molto tempestoso abbiamo cercato di raccontare un mondo che cambia. Il cambiamento, però, non avviene solo per l’evoluzione dei tempi e dei gusti dei consumatori, ma anche sotto la spinta di un virus subdolo che inizia a essere pericoloso anche prima che la persona positiva se ne accorga e prenda le opportune contromisure. Il delivery avrebbe avuto la stessa spinta in condizioni normali? Probabilmente no, ma adesso il mondo è cambiato e anche chi lo guardava con sospetto si è adeguato. Anzi, bisognerà aspettarsi la nascita di altre dark kitchen, luoghi di un business che cambia e lascia per strada la piacevolezza dell’andare fuori a cena, il fascino di un locale, l’atmosfera gioiosa che spesso vi si respira. Ma non si può piangere sul tempo perduto. Ora più che mai bisogna attrezzarsi a scrutare il futuro con attenzione. L’imprenditore è ottimista per definizione e se è facile farlo quando tutto va a gonfie vele è in questi momenti che viene fuori anche la forza interiore, la voglia di farcela sempre e comunque. “L’ottimismo è il sale della vita”, diceva il grande Tonino Guerra, e concludendo un anno così infausto, come mai ci era capitato, non ci resta che appellarci al suo ricordo e al desiderio di vedere la luce in fondo al tunnel. Alla fine di un annus horribilis in cui ci siamo impegnati tanto nello scrivere e nel portare avanti il nostro magazine, ci piacerebbe poter pensare positivo per il 2021. Non è facile, ma ci sforzeremo di farlo, con professionalità, da imprenditori che non mollano. Intanto ringraziamo i nostri lettori e le aziende che ci sono state a fianco 2

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