N°132 Novembre

48 Food&Beverage | novembre 2020 A Gli Ulivi si riscopre il locale di quartiere ROMA Con 300 metri quadrati di estensione e un tranquillo street garden dove accomodarsi in caso di sole, lo spazio senza dubbio c’è. Cosa questa che in tempi di distanziamento fa la differenza. Se a ciò si aggiunge la sede del locale, per una volta non nel (ex) trafficatissimo centro ma in una tranquilla via dei Parioli, i punti aumentano. Visto che muoversi per svago, specie in città come Roma, sta diventando sempre più complicato. In epoca di pandemia un bel ristorante di quartiere sfodera insomma un asset in più: quello di essere raggiunto in poco tempo, magari a piedi, ben lontani da assembramenti movidari. E di garantire una cena in relax just round the corner , gustando un’ottima cucina. Per una volta non necessariamente romana. Corrisponde a un tale identikit viario-conviviale il locale di una imprenditrice di lungo corso, Rita Colaiacomo che, con la figlia Giordana Volpe, nel 2017, ha riacceso i fornelli aGli Ulivi , dando vita a un locale “cucina e salotto” che, a mo’ di oasi, avvolge e rilassa, con tanto di sala con girarrosto high-tech a vista. In un’atmosfera familiar-chic, elegante ma per niente ingessata: tra caminetto (sempre acceso), divanetti a muro rosa cipria, luci dosate, bottiglie a vista e tavoli di modernariato di tutte le forme. Allestiti, sotto la supervisione di Giordana, su un parquet d’olivo che ha finito per dare il nome al locale. “Dopo 18 anni in piazza della Maddalena (daClemente alla Maddalena, ndr ), a due passi dal Pantheon, trafficatissimo crocevia di passaggio tra Camera e Senato, ho lanciato una sfida ame stessa. E ho deciso di aprire in una zona più decentrata -racconta Colaiacomo- Il cambiamento? Totale. Perché quando si esce per andare in centro l’elemento determinante è il fuori, l’uscita in sé per sé, quasi vacanziera: e il cosa si mangia non fa molta differenza. Qui invece la clientela, più discreta, più attenta, quando scende da casa vuole mangiare bene e desidera trovare tutto perfetto. Le aspettative sono diverse. E il lavoro più impegnativo: per questo occorre maggiore disponibilità nel servizio e attenzioni personalizzate”. Impegno questo che Rita e Giordana assolvono in grande souplesse, specie con l’arrivo in cucina, pochi mesi fa, di Vincenzo Ciano, chef calabro ma romano d’adozione, dai trascorsi da globe trotter negli hotel 5 stelle di mezzo mondo. Conosciuto da Rita proprio dalle parti del Pantheon, quando Ciano era di stanza a La Rosetta , altra celebre insegna capitolina. Terreno d’incontro tra i due: il desiderio di fare una cucina fieramente mediterranea, per niente fusion, condita ogni tanto da delicati tocchi esteri. Visto che Colaiacomo è anche una cuoca Doc, portavoce di un’arte di famiglia nella quale “il Rita Colaiacomo abbandona il centro e si rifugia in una tranquilla via dei Parioli per aprire un locale che offre una cucina mediterranea. Qui la clientela è attenta, discreta e il servizio più impegnativo Rita Colaiacomo con la figlia Giordana Volpe. Dopo 18 anni passati nei pressi del Pantheon, l’imprenditrice romana ha optato per la tranquillità dei Parioli. Il locale è cucina e salotto, un ristorante di quartiere con un’atmosfera elegante anche se non particolarmente formale Rossella Cerulli

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