N°127 Gennaio Febbraio

16 Food&Beverage | gennaio-febbraio 2020 Mantenere l’identità e la tradizione del territorio e realizzare il sogno del nonno Marino. Che voleva produrre il vino con le proprie uve e salvaguardare la bellussera, antico sistema di allevamento tipico del territorio. Un obiettivo che a Ca’ di Rajo si è trasformato in una filosofia produttiva che ha dato un’impronta unica all’azienda di San Polo di Piave (Tv), a una decina di chilometri da Conegliano. I fratelli Cecchetto, Simone, Fabio e Alessio, affiancati dalla madre Sandra De Giusti, nel 2005 si sono lanciati in un progetto di conservazione e di valorizzazione delle varietà aziendali meno conosciute allevate con questo sistema, non adagiandosi sul successo del Prosecco. Così, raboso e tai sono allevati a bellussera, di cui Ca’ di Rajo conserva 15 ettari: “Il sesto di impianto ha pali in legno di 4 metri di altezza collegati da fili di ferro disposti a raggi. Ogni palo sostiene 4 viti, a 2,50 metri da terra, da ciascuna delle quali si formano dei cordoni permanenti che formano una raggiera -spiega Alessio Cecchetto- Dalla potatura alla vendemmia ogni operazione è fatta a mano, sopra a un pianale rialzato. Le bellussere sono un patrimonio storico su cui si fonda lamemoria della nostra identità e la tipicità di un territorio”. Particolari vinificazioni danno risultati di straordinario spessore per vini indirizzati a ristoranti ed enoteche. Come il Raboso Piave Malanotte Docg Notti di Luna Piena, che nasce da uno dei vitigni più antichi del Veneto, longevo, grazie all’alta percentuale di tannini e alla sua caratteristica acidità. Una volta raccolti, i grappoli vengono adagiati su graticci e fatti appassire per circa 90 giorni, al termine dei quali inizia il processo di vinificazione. Il risultato è un vino più aromatico e dalla maggiore complessità, che affina in barrique per 36 mesi prima di andare in bottiglia. Degustato nelle annate 2013, 2009 e 2007, dimostra come il tempo smorzi il tannino e l’affinamento in bottiglia conferisca complessità e morbidezza; nel 2013 è più evidente la freschezza del frutto che nelle altre annate si trasforma in amarena sotto spirito, con note di liquirizia e cioccolato. Nasce in un vigneto allevato a bellussera anche Iconema, Tai Doc Piave: “Il vigneto è di proprietà della famiglia Paladin di San Polo di Piave che la cantina ha adottato. Dell’annata 2018 sono state prodotte 3.093 bottiglie e 120 magnum. Le uve sono state adagiate per 25 giorni sui graticci ad appassire per esaltare la complessità, la personalità e l’eleganza di questo vino omaggio alle specificità del trevigiano e della Doc Piave: l’unico Tai ottenuto da bellussere di quasi cento anni”. Un sistema di allevamento tipico del territorio e la valorizzazione di antiche varietà aziendali sono i plus della famiglia Cecchetto per una produzione di qualità come il Raboso Malanotte e il Tai Iconema La bellussera di Ca’ di Rajo unpatrimonio identitario Barbara Amati La passione della famiglia Cecchetto per la bellussera è un omaggio a nonno Marino che oltre a produrre vino con le proprie uve voleva salvaguardare questo sistema di allevamento in via d’estinzione. Sono allevate in questo modo le uve raboso del Piave per il Malanotte Docg Notti di Luna Piena e quelle del tai del Piave Iconema VENETO

RkJQdWJsaXNoZXIy NTUwOQ==