Retail, più furti sul carrello della spesa

468317_69218959Le differenze inventariali, secondo lo studio sul costo dei furti e sulla disponibilità della merce nel settore Retail, promosso da Checkpoint Systems (NYSE:CKP) e condotto da Euromonitor International, sono costate ai negozianti italiani, nel 2012, oltre 3,70 miliardi di euro. E’ quanto rivela l’edizione 2012-13 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, secondo cui le differenze inventariali, le cui cause sono riconducibili principalmente a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti o fornitori, attività della criminalità organizzata nel retail ed errori amministrativi, hanno rappresentato, in media, una percentuale pari all’1,3% delle sell-out nel settore Retail.

In specifico, lo studio evidenzia come le differenze inventariali siano da attribuirsi, nel nostro Paese, ai furti da parte dei clienti per un 49% e dei dipendenti per il 27%, che sommate raggiungono una quota significativa del 76% per un valore di circa 2,81 miliardi di euro di perdite sul totale, nel 2012. Un dato rilevante se ne si considera l’incidenza sulle vendite Italia, che hanno raggiunto, nel 2012, i 285,20 miliardi di euro, con un numero di punti vendita di 885.738 unità, in leggero calo rispetto al 2011.

Analizzando in dettaglio il settore Retail, dal 2007 al 2012, emerge che nell’alimentare le vendite sono aumentate di quasi l’1% di CAGR, grazie ai formati moderni come i discount e che i supermercati rappresentano il canale più grande, con un 15% della quota di valore, nell’anno 2012. I retailer di prodotti non alimentari hanno registrato un calo delle vendite, con un CAGR pari a -0,1% e fra questi, gli specialisti del settore moda incidono per un 18% della quota di volume, nel 2012. Sono, invece, in forte ribasso i retailer specializzati in elettronica ed elettrodomestici, con un -9%.

In questo scenario economico, la maggior parte dei Retailer italiani intervistati ha definito le differenze inventariali, un problema di rilevante interesse, anche in virtù della crisi economica e dei ristretti bilanci familiari. Tuttavia alcuni di loro ne hanno accusato un impatto minimo, grazie dall’utilizzo di sistemi avanzati, che si sono rivelati efficaci nella prevenzione dei furti. I sistemi EAS sono risultati particolarmente funzionali ed efficaci, permettendo a questi Retailer di registrare percentuali di differenze inventariali pari allo 0,3%.

La quota media del fatturato totale, spesa per la prevenzione delle perdite dai Retailer italiani è stata di circa lo 0,1% nel 2012, per un valore complessivo pari a 285 milioni di euro. Inoltre, nonostante i retailer di prodotti alimentari siano i più colpiti dalle differenze inventariali, la maggior parte di loro ha indicato una spesa inferiore alla norma pari allo 0,05% del fatturato medio.

Infine su scala mondiale, dalle interviste scritte e telefoniche condotte in 16 Paesi, per un numero complessivo di 160.000 negozi e vendite per 1.500 miliardi di dollari nel 2012, per contrastare il fenomeno, sono stati investiti, circa 6,5 miliardi di euro nell’ultimo anno. Fra i Retailer coinvolti nello studio, coloro che hanno effettuato importanti investimenti nella prevenzione delle perdite, ritengono di gestire, in modo adeguato, le differenze inventariali. Questo segnale positivo, frutto delle risorse allocate nel tempo, è riconfermato anche dai dati, secondo i quali le percentuali delle differenze inventariali risultano ben al di sotto rispetto alla media nazionale. I Retailer di Germania e  Regno Unito hanno, infatti, affermato che il miglioramento dei metodi di prevenzione delle perdite ha permesso di tenere sotto controllo le differenze inventariali. Nel complesso, secondo gli intervistati, nel futuro, gli investimenti in prevenzione delle perdite aumenteranno o comunque resteranno stabili.

“La maggior parte dei Retailer ha ancora margine per ampliare le attuali soluzioni di prevenzione delle perdite, assicurandosi un ritorno garantito sull’investimento grazie al conseguente calo dei furti. I più lungimiranti stanno implementando soluzioni basate sulla tecnologia RFId, in grado di unire protezione e visibilità del singolo articolo. L’utilizzo di questa piattaforma strategica, congiuntamente agli investimenti in persone e processi, apre nuovi orizzonti per ridurre i casi di disassortimento, incrementare le vendite e migliorare la disponibilità della merce, a vantaggio dei clienti”, conclude Per Levin, President and Chief Sales Officer Shrink Management &Merchandise Visibility Solutions Checkpoint Systems.

 

Checkpoint Systems (www.checkpoinsystems.it) – leader mondiale per la gestione delle differenze inventariali, la visibilità della merce e le soluzioni di etichettatura dei capi d’abbigliamento. Checkpoint aiuta i retailer e i loro fornitori a ridurre le differenze inventariali, migliorare la disponibilità della merce sugli scaffali e a sfruttare i dati in tempo reale per raggiungere l’eccellenza operativa. Le soluzioni Checkpoint si basano su 40 anni di esperienza nel settore della tecnologia RF, sulle diverse offerte per la gestione delle differenze inventariali, su un vasto portfolio di soluzioni per l’etichettatura dei capi d’abbigliamento, su applicazioni RFID leader di mercato, su soluzioni anti furto innovative e sulla sua piattaforma online per la gestione dati Check-Net. Pertanto, i clienti Checkpoint ottengono un aumento delle vendite e dei profitti grazie all’ottimizzazione della supply chain, alla stampa di etichette su richiesta e potendo contare su un ambiente di vendita in cui gli articoli sono esposti liberamente ma in sicurezza, migliorando così l’esperienza d’acquisto del cliente. Quotata alla borsa di New York (NYSE: CKP), Checkpoint opera nei maggiori mercati globali e impiega oltre 4.700 persone in tutto il mondo.  Twitter: @checkpointsys

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